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Giuseppe Biuso e Matteo La Spada, protagonisti recentemente di una serata tutta siciliana tra pizza e cucina, nel locale di quest'ultimo, L'Orso di Messina
Matteo La Spada è uno dei protagonisti del "risveglio siciliano" nel mondo della pizza, un fenomeno - chiamiamolo così - piuttosto recente e che ha portato parecchi indirizzi isolani a primeggiare nel settore, da Palermo a Siracusa, passando per Milazzo e Messina. E proprio a Messina troviamo L’Orso, il locale dove opera La Spada, premiato con i Tre Spicchi dal Gambero Rosso e tra i Petra Selected Partners.
L'indirizzo è stato recentemente sede di una serata speciale, che ha ribadito quanto vi abbiamo appena detto: La Spada come maestro di impasti, lievitazioni e topping, tanto da mettersi a confronto - come spesso sta accadendo, negli ultimi anni - con un gran professionista proveniente dall'universo affine, quello della ristorazione fine dining. Per così dire, sotto il cielo dello Stretto una stella ha incontrato tre spicchi. “Viaggio a Messina - Lievitati e fermentati” è stata la cena che si è tenuta alla pizzeria L’Orso di Messina, una degustazione di dieci portate realizzate a quatto mani da La Spada e Giuseppe Biuso, chef del ristorante Il Cappero del Therasia Resort di Vulcano (Messina). Due alfieri del buon cibo che sono simbolo della rinascita messinese; per una sera si sono scambiati i ruoli, cimentandosi l’uno nelle specialità dell’altro. Insieme a loro anche il pastry chef del Cappero, Gianluca Colucci, che ha firmato i dessert.
Un incontro tra l’arte della lievitazione e l’alta cucina per confrontarsi sulle nuove frontiere del nostro piatto più iconico e sulla valorizzazione dei grani antichi siciliani. Il risultato? Lungi dal tradizionale concetto di pizza d’autore perché ben oltre un topping più o meno prezioso adagiato su una base ben fatta. Quello che abbiamo avuto il piacere di assaggiare è un ensemble di sapori e consistenze che si compenetrano tra di loro, un sapiente gioco di gusti territoriali e di contaminazioni, eseguito da chi la sicilianità ce l’ha nel sangue e nel piatto: «Abbiamo voluto ricreare un viaggio alla scoperta dei profumi mediterranei della Sicilia - spiegano - Un viaggio che ha come meta la creazione di piatti identitari, arricchiti però da influenze estere, come del resto lo è la nostra isola, pur preservando il gusto autentico del prodotto al centro della ricetta».
La cena è stata accompagnata da una selezione di cinque vini scelti in abbinamento alla sequenza di portate: il Brut Etna doc Metodo Classico millesimato 2014 di Cottanera come bollicina d’apertura, i due iconici Faro doc messinesi, delle aziende Bonavita e Le Casematte, entrambi annata 2018, tra i rossi a chiusura. Tre belle espressioni della sicilianità nel calice. E nel mezzo un piacevole salto oltre confine con due diverse tipologie di Riesling, Weingut Knoll Federspiel 2019 del Danubio e Zilliken Kabinett 2020 della Mosella.
Veneta di Bassano del Grappa, dopo un Master in Food & Wine Communication entra nell’estate 2016 nello staff di Identità Golose. Diplomata Ais (Associazione Italiana Sommelier), ora vive in Sicilia, per amore, e scrive dell’unicità dei sapori e delle persone di questa terra
Tutte le foto sono di Brambilla-Serrani
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