18-03-2013
Risotto Cacio Pepe e Sesami proposto da Francesco Apreda, chef dell'Imàgo, il ristorante dell'Hotel Hassler di Roma. Francesco ha dato vita lunedì 11 marzo a una cena nel segno del Riso e le sue derive al Ratanà di Milano. Il segreto di questo risotto è nella miscela di pepi e di semi preparato dallo stesso cuoco: sesamo nero e sesamo bianco, sesamo tostato, pepe nero Tellicherry, pepe bianco Muntok, nigella, semi di papavero, pepe di Venere, pepe di Cubeba, pepe di Sechuan e, infine, pepe di Malgetta
Che buoni piatti lunedì scorso, 11 marzo, al Ratanà di Milano, che bella e simpatica atmosfera in sala e anche in cucina perché Francesco Apreda, chef napoletano dell’Imàgo, il ristorante all’ultimo piano dell’Hotel Hassler di Roma, tra le tante qualità ha quella, in fondo rara, di saper lavorare in serenità e anche di trasmetterla a coloro che gli stanno attorno. Vi sono persone, in qualsiasi campo, che non sono dei tromboni bolsi e imparati, ma non per questo appaiono positivi e pragmatici, tutti presi dal loro ego che quasi non puoi nemmeno chiedere loro l’ora, ansiosi e frenetici in ogni istante, come se stessero salvando il mondo dalla guerra atomica.
C’è una gran bella pagina nell’autobiografia di John Bertrand, l’australiano che nel 1983 strappò agli Stati Uniti la Coppa America di vela. Rivivendo le regate olimpiche di Montreal 1976, classe finn, lui medaglia di bronzo, ricorderà la sicurezza sull’acqua del vincitore, il tedesco Jochen Schümann, essenziale e preciso nelle manovre, nessun gesto inutile, una linea e tutto fatto in funzione della prestazione e non dello spettacolo o di chissà cosa di in fondo inutile.
Francesco Apreda al Ratanà
Il mondo di Francesco è sospeso tra le radici napoletane (che abbiamo ritrovato nel dessert, la Sfogliatella calda di pasta di riso, gelato al tè verde), il presente romano e l’amore per l’India dove ha due collaborazioni con altrettanti hotel, a Mumbai e a Dehli. Roma era tutta nel Risotto cacio e sesami, un primo di pasta ripensato in chiave di riso, un cambio di struttura portante che Apreda ama, penso al risotto all’amatriciana e a quello alla puttanesca. Tra l’altro, proprio per questa sua passione per il riso, una certezza soprattutto al Nord, meno al Centro-Sud, la serata era intitolata Riso e le sue derive.
E in quelle derive ecco insinuarsi l’India con i suoi profumi che se uno li scopre, conosce e apprezza non torna più indietro. Lo stesso Risotto cacio e pepe sprigionava uno stregante insieme di aromi dati da una miscela di almeno sei pepi diversi e altrettante spezie. Nulla di violento, nulla che aggredisse palato e gola come con quei caci e pepe che si elevano di un niente dagli zoccoli di mulo ridotti a sabbia. Il pepe deve aggiungere eleganza, la potenza deve arrivare dal formaggio che il cuoco è chiamato a domare con l’altra metà del condimento.
La Pasta e patate, granchio reale e curry indiano proposto da Francesco Apreda lunedì 11 marzo al Ratanà di Milano
Tra poco meno di un mese, martedì 16 aprile, appuntamento all’Erba Brusca, il ristorante di Danilo Ingannamorte e Cesare Battisti, chef Alice Delcourt, al 286 dell’Alzaia Naviglio Pavese. Tema della serata: il cous cous in quattro versioni diverse.
Le cene concertate da Identità Golose in Italia e nel mondo, raccontate da chi c'era
a cura di
nato a Milano nel marzo 1955, al Giornale per 31 anni dividendosi tra sport e gastronomia, è ideatore e curatore dal 2004 di Identità Golose. blog www.paolomarchi.it instagram instagram.com/oloapmarchi