Pierluigi Roscioli

Foto Maurizio Camagna

Foto Maurizio Camagna

Roscioli

via dei Chiavari, 34
Roma
T. +39.06.6864045
info@anticofornoroscioli.com

Per i gourmet in città ha segnato una nuova epoca, una specie di giubileo gastronomico: l’espansione della famiglia Roscioli dal forno di via dei Chiavari alla salsamenteria con ristorante nell’attigua via dei Giubbonari ha portato una ventata di qualità, alta e costante, nel tran-tran della ristorazione capitolina.

I due fratelli Alessandro e Pierluigi Roscioli, forti del nome del forno, di cui si gustano al tavolo pizza bianca e rossa, taralli, pane di Lariano in varianti con noci e con olive, hanno dimostrato di saperci fare anche col companatico: al banco, da mattina presto a sera tarda, campeggia quel che i recensori delle guide definiscono “una vasta selezione di formaggi e salumi”. Si va dalla cinta senese e l’olio extravergine di Pierangelini ai salumi di mare e le salse per la pasta di Moreno Cedroni, dai formaggi affinati da Guffanti ai sali (plurale, c’est la mode), alla considerevole scelta di bottiglie, al cioccolato di qualità (tre nomi per tutti: Amedei, Domori, Gobino). Poi ci sono i tavoli, nati con l’idea di potersi sedere a gustare le selezioni di formaggi e salumi con un calice di vino, e una cucina non pretenziosa né strettamente romana.

Nel frattempo la cucina si è evoluta (si è anche ampliato il locale facente funzione di cucina); l’impianto del menu resta quello degli inizi, con antipasti come il millefoglie di bufala, la tartare di carni selezionate tagliate al coltello, qualche extra di giornata che viene illustrato lì per lì dal cameriere (per lo più pesce, proposto crudo) e primi piatti non regionali; ma nel tempo, la tradizione uno spazio se l’è guadagnato, forse anche grazie alla numerosa clientela di non-romani: e oggi tra i piatti imperdibili di Roscioli ci sono i bucatini cacio e pepe (intensificati da un mix di pepe di Sechuan, di Sarawak e malese), le polpette della tradizione, la carbonara e l’amatriciana. Il tutto con una qualità costante anche nel servizio. E così Roscioli sia.

Ha partecipato a

Identità Milano


a cura di

Roberta Corradin

ha scritto di cucina e ristorazione per svariate testate giornalistiche italiane e statunitensi. Il suo primo libro, Ho fatto un pan pepato, pubblicato nel 1995, le ha aperto le porte del food writing. Ha pubblicato tra gli altri Le cuoche che volevo diventare (Einaudi 2008), La Repubblica del maiale (Chiarelettere 2014), e insieme a Paola Rancati Tradizione Gusto Passione, uscito anche in inglese con il titolo Taste and Tradition. Per i suoi 50 anni si è fatta il regalo di lasciare il giornalismo, che la annoiava. Insieme al marito Antonio Cicero gestisce il ristorante Il Consiglio di Sicilia, a Donnalucata