09-06-2016
Abu Dhabi è oggi una straordinaria opportunità d'investimento per la ristorazione italiana. Lo spiega a Identità Golose Giovanni Bozzetti, fonmdatore e presidente di Efg Consulting nonché referente unico per l’Italia della Camera di Commercio dell'emirato
Abu Dhabi chiama Italia, e in particolare sembra chiamare i nostri chef. Lo spiega a Identità Golose Giovanni Bozzetti, già assessore a Milano e ora fondatore e presidente di Efg Consulting, società che accompagna la crescita delle realtà d’impresa nazionali negli Emirati. Ha organizzato qualche giorno fa il primo Milano-Abu Dhabi Business Forum e ha invitato anche Identità, perché il food è potenzialmente una parte importante del business tricolore nel Golfo.
Bozzetti è referente unico per l’Italia della Camera di Commercio di Abu Dhabi. Spiega: «L’Italia è un brand che funziona. Riscontriamo sul mercato emiratino una propensione marginale alla spesa che premia il prodotto made in Italy, soprattutto in settori come il fashion, il design, la jewellery, la meccanica di precisione. E il food». Ci sono grandi opportunità da sfruttare, ancora inoptate.
Giovanni Bozzetti al Forum
A Milano oltre a Bozzetti, c’erano molti tra i vertici economici dell’Emirato, e poi tante nostre aziende (da Boscolo e Bulgari Hotel, alle pizzerie milanesi Spontini, dalla prestigiosa gastronomia Peck, ai Fratelli Rossetti, da Immobiliare Percassi alla Banca Popolare di Sondrio e al Fondo Quercus, da Chateau D’Ax a Uno Più, solo per citarne alcune).
Abu Dhabi significa la più grande realtà petrolifera del Golfo. Il valore del settore era stimato in 128 miliardi di dollari nel 2014, in calo dell’8,5% rispetto ai 140 del 2013. Il contributo del settore petrolifero all’economia nazionale è così passato dal 55% nel 2013 al 51% nel 2014. «Gli Emirati Arabi Uniti e, in particolare l’emirato di Abu Dhabi – spiega Bozzetti - sono un contesto di sviluppo per altri settori anche grazie al fatto di essere il principale hub logistico mondiale. La previsione di crescita dell’economia “non-oil” è stimata fra il 6 e l’8 per cento per i prossimi 20 anni, per arrivare al 65% nel 2030».
Una mappa aerea di Abu Dhabi
Già oggi 28 aziende hanno trovato il loro sbocco, grazie a Efg Consulting. Spiega Bozzetti: «C’è molto spazio per l’alta qualità italiana. Tutti i ristoranti del mondo più “cool” sono già là, e sono pieni tuto l’anno, se si eccettua il periodo del ramadan. Eppure c’è poca Italia: a Dubai mi vengono in mente Heinz Beck (recentemente ne abbiamo parlato qui), Cipriani, Bice e pochi altri. Ad Abu Dhabi poco o nulla», ma proprio qui si riscontrano le migliori potenzialità, qui c’è il potere politico, l’emirato occupa i due terzi del territorio degli EAU e rappresenta il 90% dell’estrazione petrolifera. «Abui Dhabi è un po’ indietro rispetto a Dubai rispetto all’offerta ristorativa. Quindi, c’è solo possibilità di migliorare».
Bozzetti indica due settori di sviluppo del food, in particolare. Ristoranti italiani che aprano una loro sede nell’emirato, anche in franchising. E poi scuole di cucina. «Abbiamo ricevuto precise richieste in questo senso dalle autorità di Abu Dhabi. Il format giusto è l’alta qualità ma non pretenziosa né complessa, come può essere un ristorante francese». Manca solo il timbro tricolore.
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classe 1974, milanese orgoglioso di esserlo, giornalista professionista dal 1999, ossia un millennio fa, si è a lungo occupato di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta su viaggi e buona tavola. Coordinatore della redazione di identitagolose.it e curatore della Guida di Identità Golose alle Pizzerie e Cocktail Bar d'autore. Instagram: carlopassera
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