«Sono una cuoca italiana. Sono una lavoratrice seria e instancabile e ho una personalità amichevole e estroversa, amo lavorare come parte di una squadra e non vedo l'ora di espandere le mie conoscenze….». Inizia così la lettera di presentazione che la Isabella Benedetta Potì inviava fino a qualche anna fa, quando si candidava a entrare in qualche brigata prestigiosa (e, a quanto pare, risultava molto convincente). Ora non ne ha più bisogno: colonna del ristorante Bros di Lecce, con ruolo di sous chef e una particolare attenzione alla pasticceria, è unanimemente considerata uno dei profili verdi più premettenti dell’Italia golosa, al pari di Floriano Pellegrino, che del locale pugliese è primo titolare dei fornelli nonché, nella vita extraprofessionale, compagno di Isabella, «presto ci sposeremo».
Isabella è giovanissima: nata nel 1995 a Roma da madre polacca e padre leccese, da sempre è appassionata di cucina; si è formata presso
Claude Bosi a Londra e da
Martin Berasategui e
Paco Torreblanca, in Spagna. Ma aveva già incrociato i
Pellegrino Bros in precedenza, approfondendo da stagista le proprie tecniche di pasticceria sia moderna che classica con
Francesco Pellegrino, fratello “dolce” di
Floriano (e di
Giovanni. «Ho conosciuto
Floriano e
Giovanni durante l’ultimo anno di liceo alberghiero»).
Il 26 dicembre 2015 il ritorno in Italia, per far parte dell’avventura del Bros, appunto, per una «cucina territoriale concettualizzata, con l’idea di tornare all’essenza della tradizione salentina». Storia ancora tutta in divenire, tra plausi da parte della critica e ulteriori progetti di crescita.
D’altronde il suo feeling con
Floriano è d’acciaio: al di là del rapporto personale, anche lui, come
Isabella, ha trascorso un intenso periodo formativo con
Berasategui. Ed entrambi sono finiti sulle pagine di
Forbes: lei nel 2017 nella lista
Forbes 30 Under 30 categoria “The Arts - Europa” (dunque è considerata uno dei 30 giovani da tenere d’occhio in Europa nel campo delle arti); lui, stesso alloro, ma l’anno seguente. Poi ci sono anche le differenze:
Floriano è adrenalinico e carismatico,
Isabella sorridente e dolcissima, anche più dei suoi dessert, che sono invece assai contemporanei, mai troppo zucchero,
please. Da non perdere i soufflé, per la
Potì sono ormai piatto iconico.
Continua peraltro a studiare, è stata a farsi ulteriormente le ossa nelle brigate di Mauro Colagreco al Mirazur di Mentone e da Rasmus Kofoed al Geranium in Danimarca. Perché non si sente certo già arrivata. Ma è davvero già a buon punto.