25-08-2022
Clare Smyth e le tre stelle per il Core, il suo ristorante di Londra
A volte ci dicono che noi chef siamo squilibrati. Ma il nostro non é solo lavoro, é passione, quella che ti fa fare pazzie come prendere l’aereo da Roma e andare a pranzo da Ana Ros e ritornare per il servizio serale. O volare nel pomeriggio con due dita del piede fratturati e andare a cena da Clare Smyth a Londra e riprendere l’aereo la mattina dopo alle 6, giocandoti l’unico giorno in cui potresti dormire piú di 5 ore. Ma ci piace. E se poi la Chef da andare a visitare é una donna, beh, la soddisfazione é doppia, almeno per me.
L’ho trovata davanti alla sua cucina, sorridente ad accogliere i suoi ospiti e che bello vedere il ristorante strapieno (mi ci sono voluti mesi per riuscire a ottenere una prenotazione) di persone giovani in un ambiente elegante ma non ingessato.
Se non fosse per il menu che si sbircia di tanto in tanto durante la degustazione, le portate sono sorprendenti, per cui si passa da una cappasanta, immancabile in un ristorante londinese, al manzo (e che manzo!) con ostrica. Tutti i piatti erano di una eleganza fuori dall’ordinario, curatissimi nella presentazione su porcellane sopraffini, senza sbavature.
Clare Smyth non ha mancato un piatto, tutti chiusi alla perfezione, come, ad esempio, quel granchio servito con una leggerissima salsa d’uovo appena acida, consommé e finito al tavolo con un generoso cucchiaino di caviale per raggiungere la giusta sapiditá. Oppure l’uso intelligente ed esperto di erbe, fiori e vegetali, come la carota, protagonista di uno dei passaggi.
Un dettaglio per me estremamente importante é la capacitá di ricercare e ottenere ingredienti unici e di qualitá eccelsa in una cittá grande come Londra. Spesso, si pensa che operare in grandi cittá sia piú semplice rispetto piccoli borghi o paesini ma sono anni che invece sostengo che la difficoltá di riuscire non tanto a
In poche parole, Chef Smyth é un role model al femminile da studiare, ammirare e supportare, una figura rinomata e di successo, in una cittá altamente competitiva. Nella capitale inglese vi sono altre cuoche famose, ad esempio Chantelle Nicholson e Asma Khan, due con le quali ho avuto l’onore di cucinare ma anche degustare le loro creazioni. E quando mi siedo a tavola di una donna chef di successo, io,godo due volte.
La chef pugliese-americana di Glass Hostaria a Roma ci racconta le sue emozioni in giro per il mondo
a cura di
Cuoca laureata in Legge e in Arti Culinarie, parla tre lingue e continua a studiare e fare stage. Oltre 15 anni all’estero, nel 2006 apre Glass Hostaria. È primo presidente dell'associazione Ambasciatori del Gusto