Davide Guidara
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Essere originali è una virtù, ma esserlo a ogni costo rischia facilmente di passare per una forzatura. Sappiamo che per scrivere in questi giorni di bollicine, così come di pandori, panettoni e zamponi non bisogna certo spremere troppo le proprie meningi, ma se non raccontiamo adesso cosa consigliamo per il brindisi di Capodanno, quando? Ecco i suggerimenti della redazione vino, con i vini scelti da Cinzia Benzi, Amelia De Francesco, Adele Granieri, Marilena Lualdi, Fosca Tortorelli, Raffaele Foglia, Luca Torretta, Maurizio Trezzi e con il contributo di Wine Tip.
La superficie vitata si estende per circa 40 ettari. L’unico vitigno coltivato è il Pinot Nero: un vitigno non facile, che si esprime al meglio in queste terre ricche di sedimenti calcarei, dove trova il suo habitat naturale. I Nevelli scelgono: solo Pinot Nero, solo Metodo classico. «Ci sono altre cantine che producono bollicine con questo vitigno — spiegano Mattia e Filippo — noi siamo gli unici monotematici. Abbiamo una sola linea. Si chiama Noir Collection: un Extra Brut, un Pas Dosé e un Rosé. Partiamo sempre dalla vocazione di ogni singola vigna e dalle rese basse per arrivare alla raccolta a mano in cassette. La pressatura è soffice e utilizziamo solo il mosto fiore. In fase di tiraggio aggiungiamo al vino dell’annata quello di riserva conservato in magnum. Lavoriamo molto ogni anno sui vini di riserva, abbiamo svariate annate in cantina che ogni anno ci permettono di dare grande costanza ed evoluzione al prodotto».
Farfalla è il nome dei tre Noir Collection. «È anche il nome del vigneto da cui è partito tutto — spiega Mattia — Si trova a 300 metri d’altezza sulla collina di San Biagio, sulla dorsale calcarea che si estende da Montecalvo Versiggia a Casteggio e che impreziosisce il Pinot nero. Ma Farfalla è anche la visione di questo progetto, l’uva del Pinot nero che, come una crisalide, si trasforma e prende il volo». Un volo che diventa una nuova rotta. «Di sottrarsi allo stato confusionale e guardare al futuro», sostengono in coro i Nevelli. Instragram: @ballabiowinery, Facebook: @ballabio.vini. (Wine Tip)
Affinamento di dieci anni sui lieviti con un dosaggio zuccherino di 1,5 g/l. Un colore rosa salmone con lampi di rame e un perlage raffinato.Il naso complesso con frutti rossi, in primis, seguiti da note agrumate di pompelmo rosa con accenni di mandorle, caramello e lievi speziature di cardamomo.All’assaggio svela ricchezza e sontuosità, una bollicina equilibrata per una perfetta armonia tra struttura e imponenza. Un Giulio Ferrari Rosé che eleva il Trentodoc a bollicina di haute couture senza rivali. (Cinzia Benzi)
Il loro mantra sul metodo classico li concede una definizione di artigiani rigorosi che hanno fatto delle bollicine una loro ragione di vita. Extra Brut Millesimato, grande interpretazione di Pinot Nero e Chardonnay, è un vino immediato, con ricorrenti noti sapide, mai stonate. I frutti bianchi catturano il naso e si fondono in bocca per un assaggio affilato, insolito e sorprendente per un equilibrio che giunge, sorso dopo sorso. (CB)
Il vino trascorre due anni sui lieviti in vasca d’acciaio prima della sboccatura e almeno altrettanti di affinamento in bottiglia. Colpisce per la finezza della bolla e la piacevolezza gastronomica, in bocca si ritrova frutta bianca e agrume, il finale è di miele e spezie. L’assaggio, coup de foudre, in una calda giornata estiva in cantina a Cornas, accompagnato dal racconto di Lionel Fraisse, responsabile commerciale dell’azienda e braccio destro dell’attuale proprietario. Un’etichetta, Les Bulles d’Alain, che sintetizza la storia (e forse il futuro) di un terroir tra i più vocati del Rodano per la produzione di vini bianchi fermi. Ma non solo. (Amelia De Francesco)
La linea “For England” ripropone l’antica gamma di spumanti improntata sui modelli di uvaggio francesi, ma senza residuo zuccherino, storicamente destinata al mercato inglese, estimatore dei vini secchi. L’Alta Langa Blanc de Noirs Pas Dosé For England è prodotto con uve Pinot Nero da vecchie vigne e sosta 48 mesi sui lieviti: i profumi di ribes e scorza d’arancia si fondono a richiami di timo e mirto e si arricchiscono di delicati sbuffi affumicati, sublimandosi in un sorso pieno e cremoso, di grande freschezza e persistenza. (Adele Granieri)
Abbiamo degustato l’annata 2014, che garantisce un brindisi di intrigante complessità per queste feste. La delicatezza del perlage invita ad accostarsi; la personalità all’olfatto si esprime con un’eleganza non meno sorprendente, tra note agrumate e crosta di pane. Al gusto poi si offre un carattere ancora più complesso, che sa unire morbidezza e freschezza con sempre più autorevolezza addentrandosi nella degustazione. Un vino capace di aprire un pasto natalizio e di spingersi anche oltre. (Marilena Lualdi)
Un ventaglio di profumi ampio e intrigante ne connota l’olfatto, si susseguono nuance fruttate di lamponi, di fiori di campo, ginestra, erbe aromatiche e tinte agrumate; sbuffi dolci di miele e uvetta fanno capolino, richiamando le suggestioni festose dei dolci di Natale. Il sorso cattura e invita al successivo, in una magia di sensazioni che lasciano emozione e gioia. Elegante, armonico e dalla intrigante cremosità ben si presta ad accompagnare le svariate pietanze delle feste natalizie; La sua piacevole freschezza, bilanciata da una profonda sapidità, lo rendono perfetto con piccoli bocconi di mare dal sapore agrodolce, senza disdegnare primi piatti e cruditè di mare. (Fosca Tortorelli)
Oltre all’intuizione, c’è la questione del tempo. La nuova cantina di Mosnel è stata pensata per poter accogliere un sempre maggior numero di bottiglie di Metodo Classico, per permettere degli affinamenti sui lieviti ancora più lunghi. Soprattutto per i prodotti, come il Parosé, che si prestano a questo processo, che conferisce una maggiore complessità. Per gli effettivi risultati bisogna aspettare che il tempo faccia il suo corso, ma possiamo comunque brindare con un’annata 2014 dal grande profilo aromatico, da una finezza assoluta unità a una piacevolezza di sorso incredibile, con una acidità mai violenta. Vino buono ora, ma che con il tempo può migliorare ancora. (Raffaele Foglia)
Il 1865 Oltrepò Pavese Metodo Classico di Conte Vistarino ne è un esempio: il vino, nato proprio come omaggio a quella fortunata intuizione, è ovviamente un Pinot Nero in purezza, con un lungo affinamento sui lieviti che può arrivare anche a oltre 60 mesi, è una bellissima espressione di questo vitigno in una zona altamente vocata come lo è l’Oltrepò. Uscendo dagli stereotipi che portano a pensare all’Oltrepò come a un “serbatoio” di vini non sempre di alta qualità, questo Metodo Classico è la dimostrazione di come il Pinot Nero possa offrire una grande complessità olfattiva unita ad un’eleganza unica, una struttura sostenuta, ma anche una facilità di beva e di abbinamento notevole. (RF)
Nel bicchiere lo Champagne Blanc de Blancs Grand Cru Bruno Paillard è brillante, di colore giallo quasi dorato con riflessi verdolini e caratterizzato da una effervescenza estremamente fine. Al naso denota profumi di agrumi e fiori bianchi che, nel caso di sboccature meno recenti, evolvono poi in aromi più speziati con note di frutta secca o, per quelle bottiglie giunte a piena maturazione, miele e frutta candita. All’assaggio risulta fresco, piacevolmente sapido, persistente e di qualità eccellente. Un’ottima etichetta, tra le migliori della sua categoria, da godere a tutto pasto e sintesi perfetta dello stile di Bruno Paillard e della maison da lui creata nel gennaio 1981. (Luca Torretta)
A metà dicembre alla base spumante si aggiunge altro mosto di Nebbiolo, lasciato riposare per 30-40 giorni, per attivare la seconda fermentazione. Passano altri 30-36 mesi in cantina per l’affinamento in bottiglia con un remuage manuale ogni 3-4 mesi. Il prodotto finale è uno Spumante “Metodo Classico” fresco ed elegante, dal perlage fine e persistente che sprigiona aromi di albicocca, fragole e lampone da ritrovare in bocca nel lungo finale. L’uva Nebbiolo mantiene anche in una bollicina i suoi tratti tannici che ne consentono un’ottima evoluzione nel tempo. (Maurizio Trezzi)
A cura della redazione di Identità Golose
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo