09-03-2016

Identità libere, Identità pop

Si è chiusa la dodicesima edizione del congresso. Il bilancio finale, nelle parole di Marchi e Ceroni

Foto di gruppo finale di tutto lo staff d'Iden

Foto di gruppo finale di tutto lo staff d'Identità Golose e MagentaBureau. Il congresso milanese si è chiuso con un chiaro successo

E’ stata un’edizione particolare di Identità Milano: la più affollata, la più densa di eventi, la più ricca, anche e soprattutto di contenuti, quella che ha avuto maggior richiamo, non solo nel settore, cioè tra i professionisti direttamente interessati, ma anche sui mass media generalisti. L’alta cucina italiana – che ormai si riconosce in modo stabile in Identità Golose, e che Identità Golose prova a rappresentare al meglio (spesso riuscendovi), attraverso questo suo importante strumento di comunicazione e condivisione travalica i propri abituali confini, diventando qualcosa di diverso. Nel bene e nel male, dirà qualcuno, che si limita a giudicare quello che fanno gli altri, senza muovere un dito. Identità si impegna a uno sviluppo positivo, e si spende per questo. Nei prossimi giorni racconteremo la ricaduta mediatica di quanto è successo.

Edizione particolare, dicevamo all’inizio. Per questo abbiamo pensato di stilare questo bilancio in forma ugualmente inconsueta. Per punti. E facendo parlare le due anime di Identità: quella editoriale e contenutistica, rappresentata dal suo ideatore e curatore Paolo Marchi, e quella imprenditoriale e organizzativa, impersonata da Claudio Ceroni.

Paolo Marchi e Claudio Ceroni sul palco

Paolo Marchi e Claudio Ceroni sul palco

La maggior soddisfazione - «Quando partimmo con Identità Milano, dodici anni fa, tante persone si precipitarono ad accusarci di aver copiato Madrid Fusión o Gastronomika. Noi non abbiamo mai nascosto di aver preso ispirazione dai congressi spagnoli, che abbiamo peraltro sempre omaggiato. Ma è come nel calcio: nasce in Inghilterra, magari agli albori l’Uruguay è fortissimo, ma anche gli altri guardano, imparano, a un certo punto fanno persino meglio dei maestri. L’importante è giocare bene e possibilmente vincere. Ecco, mi ha fatto molto piacere che un gran professionista come Gianluca Fusto, che mi conosce da 20 anni, proprio questo abbia sottolineato: non è tanto importante come siamo nati, quanto il lavoro che abbiamo fatto, i contenuti che abbiamo divulgato e divulghiamo ancora. Ci siamo rinnovati sempre». (Paolo Marchi)

Cosa siamo oggi - «Mi piacciono i paragoni col calcio. E allora eccone un altro. I campioni del pallone rimangono impressi nella memoria, ma passano: passa Van Basten, passa Ronaldo, passa Ibra. Ma il Milan resta, l’Inter resta. Sono realtà strutturate, salde, che fanno da riferimento stabile. Ecco, penso che quest’anno Identità Golose abbia dimostrato di aver raggiunto tale grado di solidità: tantissimi vi si riconoscono, è uno strumento affermato per dare visibilità alla cucina italiana. Non siamo estemporanei, continuiamo a creare nuovi contenuti, ossia nuovi campioni». (Paolo Marchi)

La paura e i riscontri - «Avevamo un po’ di paura, questa volta. Perché venivamo da sei mesi intensissimi, quelli d’Identità Expo, che si sembrano lontani ma sono invece vicini. Ecco, rischiava di rivelarsi un congresso in tono minore, un poco appesantito dal lungo lavoro precedente. Invece si sono confermate le buone sensazioni che ho avuto nell’immediata vigilia: l’edizione appena conclusa è stata straordinaria. Di questo va dato merito a Paolo Marchi e ai suoi e nostri collaboratori. E poi va detto che il tema scelto all'unisono da Paolo e me è stato perfetto: La Forza della Libertà si è rivelato azzeccato e lo potremo sviluppare ancora in futuro». (Claudio Ceroni)

Gli esordi - «In questa edizione ci siamo profondamente rinnovati, anche per evitare l’effetto déjà-vu post-Expo. Paolo ha ideato nuove sezioni, da Identità di Formaggio a Identità di Champagne, da Identità di Mare a Identità di Caffè: sono andate benissimo. E ha avuto un esito straordinario anche il nuovo format che abbiamo proposto come evento collaterale aperto al pubblico, La Scuola di Identità Golose, in collaborazione con L'Arte del Convivio-ConviviumLab, che replicheremo ampliandolo. Bene, molto bene, anche il focus col vino, in collaborazione col Merano Wine Festival. Incredibilmente bene gli stand espositivi, che hanno visto un ulteriore e molto importante aumento. Risultato pieno». (Claudio Ceroni)

Bolasco e i contenuti - «Ho ringraziato Fusto, devo farlo anche con Marco Bolasco, che ha scritto un bell’articolo, riconoscendo come Identità Milano non sia stato solo un gran contenitore, ma abbia mostrato anche contenuti importanti. Lui ha citato la Klugmann, Romito, Bottura, Lopriore, Camarena. Tutto vero». (Paolo Marchi)

I miei contenuti – «Cosa mi è piaciuto di più? Lo scriverò nei prossimi giorni, in un pezzo che ho in mente. Ma due cose mi vengono in mente e voglio citare subito, dando per scontato il peso di interventi di pesi massimi come Bottura o Cracco. La prima: la lezione di Paolo Lopriore. Lui è uno che prosegue sul suo cammino con enorme coerenza. Cambia, è a Siena, poi a Como, poi a Milano, ma dietro vedi che c’è un pensiero, stelle o non stelle, delle quali lui non si preoccupa. Ha sempre qualcosa da dire, che condivide. Paolo è forte perché è lui, al di là del contingente. Seconda cosa che voglio sottolineare, l’intervento di Cesare Battisti: era preoccupato, alla vigilia, ma è stato molto bravo a riportare l’attenzione su un altro tipo di sostenibilità, oltre a quella ambientale della quale giustamente si parla spesso: quella economica. Uno può progettare un ristorante perfetto, etico, ecologico, no-sprechi, piacevole, con una gran cucina e un servizio inappuntabile: ma la baracca deve reggersi, altrimenti è inutile. Quello che si disegna sulla carta deve poi essere realistico, poi bisogna pagare dipendenti e tasse. La sola teoria serve a poco». (Paolo Marchi)

Claudio Ceroni con Giuseppe Sala, commissario Expo 2015

Claudio Ceroni con Giuseppe Sala, commissario Expo 2015

Esposizione mediatica e Identità pop (1) - «Che le cose siano andate benissimo lo conferma l’eccezionale copertura mediatica, mai raggiunta in passato a questi livelli, della quale abbiamo goduto: stampa, televisioni, radio, social network. Quest’anno addirittura abbiamo sconfinato un poco nel pop, faccio solo due esempi: la prima lezione di Davide Scabin, inconsueta, e la nostra presenza in televisione “in altre vesti”, mi riferisco al collegamento de La7, con Simone Salvini e l’imitazione che di lui fa Maurizio Crozza». (Claudio Ceroni)

Identità pop (2) - «Qualcuno dice che c’è stato fin troppo bailamme. Io replico: è inevitabile. E’ come se, appena nati, fossimo una tv in bianco e nero. Ora siamo a colori e presto arriverà anche il digitale. Il mondo evolve, si comunica in modi diversi, che ci sia un po’ di coreografia fa parte del gioco. L’importante è che tutto questo non cancelli i contenuti, invece ve ne sono stati più che mai, ce l’hanno riconosciuto tutti o quasi. Qualcuno storce il naso per i selfie con lo chef, i foodblogger, gli autografi? Poco male, se rimaniamo autorevoli e non smarriamo la strada. Anzi, vivaddio che l’argomenti interessi così tanto!». (Paolo Marchi)

Il futuro - « Avremo Identità New York, Identità Chicago, stiamo lavorando per Identità Londra e per definire anche una piazza asiatica. Altro partirà, perché l’esperienza in Expo ci ha consentito di sviluppare link importanti e pianificare nuovi progetti. Ma è ancora presto per parlarne» (Claudio Ceroni)

 

TUTTO IL CONGRESSO 2016*

Martedì 8 marzo
Auditorium pomeriggio: Dossier Dessert di Sonia Gioia
Auditorium mattino: Perù di Carlo Passera
La giornata di Identità di Pasta di Carlo Passera e Sonia Gioia
La giornata di Identità di Mare di Andrea Cuomo e Luciana Squadrilli
Identità di Champagne, giorno 3 di Andrea Cuomo
La Scuola, giorno 3 di Barbara Giglioli
Area espositiva, pomeriggio di Cecilia Todeschini
Area espositiva, mattino di Cecilia Todeschini

Lunedì 7 marzo
Auditorium pomeriggio di Sonia Gioia
Auditorium mattino di Carlo Passera
Manifesto del cuoco contemporaneo di Massimo Bottura
Il decalogo della cucina di Cesare Battisti
La giornata di Identità di Caffè di Andrea Cuomo e Luciana Squadrilli
Il pomeriggio di Identità di Pizza di Carlo Passera e Luciana Squadrilli
Il mattino di Pane, panettone e pandoro di Luciana Squadrilli
Identità di Champagne, giorno 2 di Andrea Cuomo
La Scuola, giorno 2 di Barbara Giglioli
Area espositiva, pomeriggio di Cecilia Todeschini
Area espositiva, mattino di Cecilia Todeschini

Domenica 6 marzo
Auditorium pomeriggio di Sonia Gioia
Auditorium mattino di Carlo Passera
La giornata di Identità Naturali di Luciana Squadrilli
Il mattino di Identità di Gelato di Sonia Gioia
Il pomeriggio di Identità di Formaggio di Carlo Passera
Il dibattito sulle stelle Michelin alle pizzerie di Sonia Gioia
Identità di Champagne, giorno 1 di Andrea Cuomo
La Scuola, giorno 1 di Barbara Giglioli
Premio Birra Moretti Grand Cru, si riparte di Claudia Orlandi
La tavola rotonda di S.Pellegrino di Cecilia Todeschini
Area espositiva, pomeriggio di Cecilia Todeschini
Area espositiva, mattino di Cecilia Todeschini

*Coordinamento redazione: Gabriele Zanatta, foto: Brambilla/Serrani, traduzioni italiano/inglese Slawka G. Scarso


Primo piano

Gli appuntamenti da non perdere e tutto ciò che è attuale nel pianeta gola

a cura di

Carlo Passera

classe 1974, milanese orgoglioso di esserlo, giornalista professionista dal 1999, ossia un millennio fa, si è a lungo occupato di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta su viaggi e buona tavola. Coordinatore della redazione di identitagolose.it e curatore della Guida di Identità Golose alle Pizzerie e Cocktail Bar d'autore. Instagram: carlopassera

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