15-03-2017
Gli Spaghetti con tè matcha, wasabi e pepe sansho di Carlo Cracco, primo di una lunga serie di fantastici piatti che hanno arricchito l'ottava edizione di Identità di pasta, appuntamento voluto da Riccardo Felicetti e Paolo Marchi (foto di Brambilla/Serrani)
Il tema di Identità Milano 2017 era “Il Viaggio”. I 10 autori della giornata di Identità di Pasta hanno tutti messo in tasca un navigatore che ci ha condotti molto lontano. Quella che segue è la cronaca sintetica dell’intera edizione, lezione dopo lezione, vista da Mariella Caruso e Tania Mauri.
È una sortita nel lontano Oriente quella che Carlo Cracco ha messo alla base della prima parte della sua lezione intitolata "Idee di pasta" per avventurarsi nel tema del viaggio. Lo chef vicentino ha contaminato gli spaghetti con ingredienti inusuali: tè verde matcha, polvere di wasabi fresco disidratato e pepe sansho (poco piccante ma ricco di molte note agrumate) diventano, con una legatura di burro, la salsa verde per condirli. La finitura con bottarga fresca («Ma potrebbero essere utilizzati anche i ricci di mare») e polvere di tè matcha e wasabi hanno completato il piatto «che è un modo – ha spiega Cracco - per avvicinarsi quanto più possibile all'idea nipponica della pasta e del desiderio di vederla condita con i loro ingredienti». Dopo il Giappone le visioni dello chef sono procedute verso est per approdare negli Stati Uniti. I Fusilloni con salsa di burro affumicato, Grana Padano e pepe di Timut, la cui preparazione è stata affinata rispetto alla lezione di Chicago, nell'ottobre scorso. Hanno l'anima di una "cacio e pepe" regalando però l'effetto ragù. «Il palato è più importante dell'occhio», ha ammonito al principio della sua lezione Massimo Mantarro, due stelle Michelin al Principe Cerami del San Domenico Palace di Taormina (Messina). C'era tutto il connubbio tra mare e terra, in un viaggio breve ma intenso che partiva dall'Etna fino al mar Ionio, nei Mezzi paccheri preparati con triglia, salsa di carciofo spinello e confettura di miele di acacia e mandarino marzolo e finiti con una chips di carciofo, andati ad arricchire sontuosamente la carta del suo ristorante. È ancora lo stesso viaggio, tra le asperità della cima del vulcano battuta dal vento e la brezza della costa, a ispirare la Pasta e seppia, uno spaghetto nero con tagliatelle di seppia marinata su crema di cime di rapa impiattati con guarnitura di datterino e fiori di borragine.
I Mezzi paccheri di Massimo Mantarro del Principe Cerami di Taormina (Messina)
L'Aspic di spaghetti di Matteo Baronetto del Cambio di Torino
Tre paste in una nella lezione di Davide Scabin del Combal. Zero di Rivoli (Torino): Cacio&Pepe, Carbonara e Genovese
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