04-03-2018
Massimo Bottura nell'avvicendamento con il collega francese Yannick Alleno a Identità di Pasta: il modenese aprirà il Refettorio a Parigi il 15 marzo nelle cripte della chiesa della Madeleine. Il primo servizio sarà concertato dallo stesso Alleno e Alain Ducasse (foto Brambilla/Serrani)
Cosa aspettarsi da una lezione di Massimo Bottura sulla pasta? Tutto tranne che una lezione, naturalmente. O meglio, forse non una lezione di cucina “cucinata” – difficile, per lo chef come per il pubblico, tenere il filo di tutti i passaggi delle tantissime ricette presentate e mandate in assaggio in sala – ma piuttosto di cucina “pensata” e di tutto quel che sta dietro alla nascita e all’evoluzione di un piatto. Tanto studio e ragionamento, certo, ma anche la capacità di mettere a fattor comune curiosità e idee, tentativi ed errori, facendo nascere dal loro incrocio qualcosa di nuovo. «Se non ti perdi nella quotidianità del tuo lavoro e mantieni la capacità di essere vigile e curioso, anche l’errore può diventare un’opportunità. La ricerca è anche inciampo felice». Così, sul palco di Identità di Pasta lo chef modenese porta la sua brigata quasi al completo, ricreando in qualche modo il “caos creativo” alla base del lavoro dell'Osteria Francescana e dei suoi tanti progetti, dalla Franceschetta al Refettorio che ora aprirà anche a Parigi.
Ancora spazio alla contaminazione nei piatti proposti dai collaboratori stranieri, fonte di entropia e ispirazione. «Quando chiedi a un giapponese o a una canadese di esprimersi sulla pasta devi essere pronto all’inaspettato». Da Jessica, canadese, viene l’idea degli Spaghetti e meatballs che riprende l’idea alla base di Autumn a New York, piatto della Francescana nato da una passeggiata al mercato di Union Square come racconta Bottura: «Ho voluto rappresentare in un piatto la stagionalità e il luogo dove mi trovavo in quel momento. È una sorta di contenitore che evolve per esprimere stagioni e luoghi diversi». In questo caso il tipico piatto degli italo-americani, fatto da ognuno a modo suo visto che non esiste una ricetta “originaria”.
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giornalista, napoletana di nascita e romana d'adozione, cerca di unire le sue tre passioni: mangiare, viaggiare e scrivere