Il progetto del nuovo ristorante all'hotel Beatrice: si partirà a luglio. Il patron Michele Carretta ha chiamato in cucina gli chef Francesco Massenz e Leonardo Zanon, ex-Agli Amici di Udine
Incàlmo in dialetto veneto (o lingua che dir si voglia) significa "innesto". Dunque innestare una nuova esperienza in una realtà già presente; innestare forze giovani per vivificare un progetto inedito; innestare un poco di ottimismo in questo periodo difficile, puntando su un nuovo locale di fine dining proprio quando molti preferiscono battere in ritirata.
Incàlmo è dunque il nome del ristorante che è ai blocchi di partenza a Este, nell'hotel Beatrice. Giovani i protagonisti dell'avventura che esordirà alla metà di luglio, saranno settimane quasi di prova generale in attesa della inaugurazione vera e propria, settembrina.
Il
Beatrice, alle antiche mura di Este, tra Padova e Vicenza, è una struttura simbolo della comunità atestina, recentemente rinnovato valorizzando l’originario stile vintage degli Anni ‘60. L’idea di
Incàlmo nasce dalla voglia di
Michele Carretta, 30 anni ad agosto, di far rivivere lo storico albergo di famiglia, voluto e fatto costruire nel 1966 dal bisnonno materno
Giovanni Stocchetti, innestandogli un ristorante fine dining di cucina italiana contemporanea. Chef già in forze a Londra per
Godo, il progetto estero di
Tommaso Arrigoni,
Carretta ha scelto di circondarsi di persone come lui: giovani ma reduci da esperienze di livello, un giusto mix di entusiasmo e talento.
Ci saranno quindi
Francesco Massenz (classe 1986) e
Leonardo Zanon (classe 1984): amici e colleghi di lunga data, saranno l’anima della cucina dopo essere stati negli ultimi anni colonne della brigata di
Emanuele Scarello, due stelle all'
Agli Amici di Udine. Proporranno piatti “puliti”, quasi primitivi, in cui devono emergere sapori definiti. Un stile riconoscibile, dal gusto delineato e immediato.
«Era tutto pronto già da tempo - spiega Carretta - L’idea, il concept, l’immagine coordinata, la squadra, il progetto degli interni. Era stato aperto anche il cantiere. Poi la storia è nota: lockdown e conseguente interruzione di tutte le attività. Un lungo periodo di quarantena che ha letteralmente “messo in gabbia” la nostra energia, frenando brutalmente il percorso intrapreso. Oggi per noi non si parla di rinascita, ma di nuova alba».
Altri due volti per delineare il futuro staff di
Incàlmo. Il primo è quello di
Ricardo Scacchetti, classe 1983, italo-brasiliano di San Paolo e trapiantato a Londra, convinto a sposare il progetto e trasferitosi a Este per rilanciare la struttura nella sua totalità, individuando uno spazio dove portare idee nuove. Lui sarà il brand & communication manager. A completare la squadra e guidare la sala
Filippo Caporello, classe 1974, padovano doc con esperienza nel retail di lusso; sarà il restaurant manager che gestirà il delicato rapporto che si deve instaurare tra il cliente e la cucina.
A studiare gli interni di Incàlmo è stata l’architetto Alessandra Salaris dell’omonimo Studio Salaris, con il preciso compito di elevare il gusto degli Anni ‘60 ad uno stile attuale, preservandone la memoria attraverso forme, colori e materiali.