Eugenio Boer

Foto Brambilla-Serrani

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Bu:r

via Mercalli, 22
Milano 
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Eugenio Boer è un pellegrino. Padre olandese, madre ligure-siciliana. Ma pellegrino di quale religione? Nella chiesa della curiosità. I primi 7 anni della sua vita li trascorre in Olanda. Rimane appeso all’Italia attaccandosi spasmodicamente al grembiule infarinato della nonna, trasferitasi a casa Boer dopo essere rimasta vedova. I suoi genitori gli hanno sempre lasciato fare quello che voleva, ma solo dopo che aveva fatto quello che volevano loro. Leggete scuola, studio, diploma. Il risultato dell’equazione è un ragioniere che dall’età di 13 anni è dietro ai fornelli.

Sfruttamento minorile? Quando c’è di mezzo la passione e la testa dura di un adolescente, tirare in ballo le regole o le convenzioni non è mai una buona idea. Meglio assecondare sì tanta energia e pregare che sia in buone mani. Mani che la sappiano convogliare sulla direttiva che trasforma l’energia in lavoro e la curiosità in talento. Alberto Rizzo a Palermo, Kolja Kleeberg a Berlino, Gaetano Trovato a Colle Val d'Elsa, Norbert Niederkofler in Val Badia. Otto mani che a turno hanno colpito, spiegato, battuto sulla spalla, applaudito, salutato, accolto e accompagnato un mezzosangue con l'x-factor. Il primo gli ha insegnato l'alta cucina come stile di vita, il secondo il rigore assoluto, il terzo l'eleganza e la bellezza, il quarto il non essere schiavo di alcuno schema. Sembra un rito di iniziazione di un qualche ordine di cavalleria.

Non ci stupirebbe venire a sapere, fra qualche anno, che Eugenio Boer appartiene veramente a un ordine superiore. «Non sono uno che parla molto, ma amo ascoltare gli altri e trasformare in piatti i miei ricordi e i ricordi degli altri». L'ordine superiore di chi non cucina per se stesso. Di chi crea monumenti commestibili da mettere sulla tavola di altri pellegrini, sì ecco, non semplicemente di turisti dell'alta cucina, ma di pellegrini che, grazie alla loro devozione, sapranno essere testimoni dei momenti magnifici che hanno vissuto. 

Ha partecipato a

Identità Milano


nato a Rapallo nel 1978, inizia a far sul serio a L'Osteria dei Vespri di Palermo. Trascorre poi 2 anni al Vau di Berlino. Torna in Sicilia come sous chef sempre da Rizzo. Nel 2009 è ad Arnolfo, a Colle Val d'Elsa. Qui conosce Davide Mingiardi, ora proprietario di Enocratia. Dopo 8 mesi alla Leggenda dei Frati di Castellina in Chianti, si trasferisce in Val Badia al St. Hubertus. All'inizio del 2012 viene chiamato da Mingiardi come chef di Enocratia poi ancora a Milano con Elita Bar e Fish Bar. Nel 2016, il ristorante "tutto suo" a Milano, Essenza, con il quale conquista la prima stella Michelin, nel novembre 2017. Una settimana dopo, le dimissioni. Dall'estate 2018 torna in sella, sempre a Milano, con il progetto Bu:r.

di

Martino Lapini

Milanese incastrato dalla Romagna. Copywriter. Vorrebbe invecchiare in una botte di rovere. Twitter @martinolapini