08-03-2018
Foto di gruppo al termine del congresso Identità Milano 2018. E' stato un grande successo (foto Brambilla-Serrani)
Yannick Alléno davantin allo stand S.Pellegrino "The Experienze Table"
Matteo Lunelli, Oscar Farinetti, Francesco Cerea e, seduti, Josep Roca e Antonio Santini
Francesca Romana Barberini allo stand Petra Molino Quaglia
Massimo Bottura & selfie
Franco Pepe e Carlo Cracco
Fabrizio Ferrari e Nicola Fossaceca allo stand della Fondazione Birra Moretti
Gran folla: là in fondo c'è Pino Cuttaia...
Stand del Consorzio Tutela Grana Padano Dop, con Elisabetta Serraiotto
Paolo Parisi, Simone Rugiati & friends
Elio Sironi alla The Experience Table, che ha servito 800 coperti in tre giorni
Selfie con Viviana Varese e Francesca Romana Barberini
Paolo Griffa
Oscar Farinetti e Claudio Ceroni
Yannick Alléno, Camilla Lunelli, Davide Oldani
Annie Féolde, Franco Pepe
Ri-Bottura da Lavazza
Solaika Marrocco alla Fondazione Birra Moretti
Marco Stabile
Renato Bosco
Riunione di redazione post-congresso. Primo punto all’ordine del giorno: come raccontarne gli esiti? Concetti di fondo: è stata l’edizione di Identità Milano più ricca di contenuti, più raccontata dai media, più armonica, più foriera di nuove collaborazioni, più di successo in una storia che vanta ormai 14 anni. Lo scrivente la butta lì, per sintetizzare con una formula: «Che ne dite di: “Il miglior congresso di sempre”?». Qualche sguardo perplesso, l’obiezione decisiva viene da Claudio Ceroni: «Abbiamo già detto la stessa cosa lo scorso anno, e l’anno prima…» (in effetti questo è un problema, se vogliamo dirla così: Identità Milano cresce continuamente, si rischia insomma di essere ripetitivi).
E allora focalizziamo su altro: «Così tanti spunti, così numerose ipotesi di lavoro, un così vasto incubatore di nuove idee non ci sta più in tre giorni. Questo è il tema». Approvato. Il congresso non basta più a se stesso, sta stretto alla propria riuscita: occorre quindi allargarlo, farlo tutto l’anno. E la risposta è venuta dal congresso stesso, con l’annuncio di Identità Milano, nuovissimo “hub internazionale della gastronomia” (leggi: Come sarà Identità Milano, hub internazionale della gastronomia).
Claudio Ceroni e Paolo Marchi presentano Identità Milano, hub intrnazionale della gastronomia
Il simbolo del Fattore Umano
I motivi? «Tanti. Beneficiamo anche di fattori “esterni”: la città è attrattiva, la cucina italiana contemporanea suscita sempre maggiore interesse in tutto il globo, noi quindi diveniamo il tramite necessario per approcciarsi a un mondo in fermento, in evoluzione, in crescita. Poi tutti riconoscono la nostra capacità di sviluppare al meglio i contenuti che di volta in volta proponiamo. E di essere lo snodo autorevole, la guida consolidata del settore nella Penisola. Esempio: Will Guidara era con noi perché voleva essere a Identità Milano, ma anche perché voleva essere in città, ma anche perché voleva andare da Carlo Cracco, ma anche perché voleva che Cracco gli preparasse 3-4 piatti tutti a base di pasta». Ecco, un interesse su più livelli che trova la propria sintesi perfetta al MiCo di via Gattamelata.
Andrea Ribaldone, Claudio Ceroni e Paolo Marchi
(Nella fotogallery firmata Brambilla-Serrani, alcuni dei momenti incorniciati da sorrisi, a Identità Milano 2018)
Tutto sull’edizione 2018 di Identità Golose, a Milano da sabato 3 a lunedì 5 marzo. Il tema della quattordicesima edizione sarà “Il fattore umano”
a cura di
classe 1974, milanese orgoglioso di esserlo, giornalista professionista dal 1999, ossia un millennio fa, si è a lungo occupato di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta su viaggi e buona tavola. Coordinatore della redazione di identitagolose.it e curatore della Guida di Identità Golose alle Pizzerie e Cocktail Bar d'autore. Instagram: carlopassera