16-10-2012

Tutte le Identità di New York 2012

Bilancio e attori della terza edizione a Eataly, protagonista la grande cucina italiana. Di oggi

Di spalle, Davide Scabin mostra a una fila di curi

Di spalle, Davide Scabin mostra a una fila di curiose i suoi Maccaroni and cheese da shakerare nello spazio Felicetti di Eataly New York. Un successone (foto del servizio di Francesca Brambilla e Serena Serrani)

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I vini protagonisti di Identità New York 2012

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I vini protagonisti di Identità New York 2012

Riccardo Felicetti e Michael White

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I vini protagonisti di Identità New York 2012








Riccardo Felicetti e Michael White

Il team di Identità New York 2012

Che bello chiudere un evento, in questo caso la terza edizione di Identità New York, come le precedenti nel megastore di Eataly che dà su Madison Square Park e la Quinta Strada proprio dove incrocia la Broadway, che non è un incrocio qualsiasi nella toponomastica del mondo, e salutare tante persone che ti danno appuntamento all’anno prossimo. E diversi pure a febbraio a Milano perché qui a Manhattan – e non solo qui per fortuna – c’è un’incredibile voglia di qualità italiana. Come ha detto Massimo Bottura al pranzo offerto domenica dai vertici dell’Expo 2015, l’ad Giuseppe Sala in primis, “dobbiamo tornare a innamorarci dell’Italia”. Lo aveva in un certo senso preceduto il padrone di casa, Oscar Farinetti, affermando che “con sempre meno politica e sempre più iniziativa privata sarà una grande edizione e una opportunità per tutti”. Lui compreso che l’anno prossimo aprirà Eataly Milano, data fissata il 21 giugno, presente a New York l'assessore Franco D'Alfonso, data scelta non a caso perché proprio quel giorno cade il solstizio d’estate. Non basta, il successo chiama successo e allora ecco che tra settembre e ottobre verrà inaugurata Eataly Chicago.

Bryce Shuman, executive sous chef dell’Eleven Madison Park, premiato da Elisabetta Serraiotto di Grana Padano

Bryce Shuman, executive sous chef dell’Eleven Madison Park, premiato da Elisabetta Serraiotto di Grana Padano

Intanto però sono vive nella mente e davanti agli occhi le cento cartoline che raccontano Identità New York, sei lezioni e due cene che sono state raccontare in questi giorni nel sito da Gabriele Zanatta, Batali-Scabin ad esempio qui e Mendes-Lavarra qui. Se quando cala il sipario gli applausi sono di circostanza e ben pochi ti dicono arrivederci, non c’è futuro. Invece l’esatto contrario e credo che siano tutte risposte alle paure che la crisi provoca, una voglia di fare, ma sul serio. E più la vecchia politica andrà in crisi e più nuove energie si libereranno.

Sei lunghe lezioni, due al giorno da venerdì a domenica, nella Scuola, un nuovo spazio di Eataly che si affaccia sulla 23th Street West, e poi due cene scandite da piatti dall’anima italiana con gli chef a fare a gara a chi si aiutava di più, con Scabin e Cracco a impiattare per Bottura e la sera dopo tutti uniti in una sorta di catena di montaggio del risotto alla puttanesca di Francesco Apreda mentre Cesare Casella, a New York da una ventina d’anni, pareva interrogarsi sull’incredibile crescita della cucina in Italia da quando lui ha preso casa sull’Hudson.

Un conto è la memoria e un altro la realtà. E il presente vede i nostri cuochi, Apreda, Bottura, Cracco, GuidaLavarra e Scabin, i protagonisti di questa edizione, capaci di imporsi per intelligenza, conoscenze legate alle materie prime e lucidità nel pensare e costruire un piatto. E che bello sentire Bryce Shuman, executive sous chef di Daniel Humm all’Eleven Madison Park, premio Grana Padano come miglior giovane chef straniero, chiedere a George Mendes che impressione aveva avuto di Lavarra nel loro viaggio attorno all’agnello e cogliere una risposta ammirata.

Bottura & Lavazza

Bottura & Lavazza

Mediocri e fanfaroni possono bleffare nei blog, in facebook, con i clienti se la sala lavora bene, ma non con un collega. Il collega ti sbugiarda subito e ti lascia indietro. Se, ad esempio, uno avesse seguito la lezione di Batali e Scabin dalla strada (e un paio di passanti non si sono in effetti mai staccati dalla vetrina) avrebbe avuto netta la sensazione di un caos totale. Come in effetti era, solo che i due istrioni avevano bene in mente dove volevano arrivare con i ravioli l’americano e una insalata&pasta il piemontese. Un caos lucido e logico.

E poi Ducasse sorridente e sornione mentre Bottura estraeva il meglio dal grana ma anche dal caffè Lavazza, un Ducasse bravo a presentare il suo chef di New York, Sylvain Portay, alle prese con mortai diversi. Bottura la modernità, i francesi a riscoprire invece un gesto antico quasi dimenticato perché quasi nessuno perde più tempo a pestare foglie, foglioline e grani di pepe. E infine Apreda spalla a spalla con Anita Lo tra profumi di Roma e di oriente e Carlo Cracco con Michael White in un procedere tra cappesante e tuorli marinati, con la stampa di qui a occhi spalancati come con il nasello di Antonio Guida, anni luce avanti all’insalata contadina di Casella in un continuo richiamo a mamme e nonne che avrebbe più valore se uno non cucinasse come loro in un’epoca che non è più la loro.

Infine un grazie a tutti gli sponsor, dai main (Grana Padano, Lavazza, Acqua Panna S.Pellegrino, Fontanafredda Mirafiore e Monograno Felicetti) a chi ha messo in assaggio le sue bontà. A tutti loro - ma non solo a loro - è dedicata la carrellata fotografica che completa questo servizio. L'ultimo scatto è per chi ha lavorato all'organizzazione e alla buona riuscita dell'evento e non sempre ha modo di essere in prima fila a ricevere un applauso o un grazie. Grazie ragazzi.

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I vini protagonisti di Identità New York 2012

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Riccardo Felicetti e Michael White

Il team di Identità New York 2012


Primo piano

Gli appuntamenti da non perdere e tutto ciò che è attuale nel pianeta gola

a cura di

Paolo Marchi

nato a Milano nel marzo 1955, al Giornale per 31 anni dividendosi tra sport e gastronomia, è ideatore e curatore dal 2004 di Identità Golose.
blog www.paolomarchi.it
instagram instagram.com/oloapmarchi

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