20-07-2012

C'è un Angelo al premio Bancarella

La festa a Pontremoli per il miglior libro di cucina sarà preceduta dall'omaggio a Paracucchi

Il comune di Cannara in Umbria ha dedicato tre ann

Il comune di Cannara in Umbria ha dedicato tre anni fa una via ad Angelo Paracucchi, uno dei padri della Nuova Cucina Italiana che nacque proprio a Cannara il 21 marzo 1929. Lo chef umbro aprì nel giugno 1975, ad Ameglia in provincia di La Spezia, la Locanda dell'Angelo, che il figlio Stefano conduce da ormai 15 anni, telefono +39.0187.64391. Oggi in occasione del 7° premio Bancarella della Cucina a Pontremoli, Paracucchi verrà ricordato a pranzo, presenti i vincitori del premio intitolato alla sua memoria, Marco Bolasco e Marco Trabucco, autori di Cronache Golose, "vite e storie di cuochi italiani", 50 in tutto, uno è ovviamente il maestro umbro

Inizia oggi, venerdì 30 luglio, il lungo fine-settimana del Bancarella a Pontremoli in Lunigiana, tra il Passo della Cisa e il mar Ligure, provincia di Massa Carrara, Toscana quindi, ma una Toscana che si contamina con Parma e con l’ultimo lembo di Liguria. Questa sera il Bancarella della Cucina, edizione numero 7, domani quello del libro sportivo (il 49°, il mezzo secolo è vicino) e domenica il Bancarella della narrativa, il primo, il più longevo, tornata numero 60.

Presidente della giuria che ha scelto la cinquina dalla quale dopo il tramonto uscirà il vincitore del premio al miglior libro di cucina, non posso andare oltre l’elenco dei finalisti anche se in cuor mio ho un oscar ben preciso: A tavola nel Risorgimento di Emma Shena e Adriano Ravera, Priuli & Verlucca; Cucinare le erbe selvatiche di Davide Ciccaresi, Ponte alle Grazie; Habemus Pappam di Paolo Ciolli, Vittoria Iguazu Editore; Pakistan Express di Anna Mahjar-Barducci, Lindau; Spiriti bollenti di Raethia Corsini, Guido Tommasi Editore.

Gli Spaghetti ai frutti di mare alla lampada, uno dei piatti simbolo di Angelo Paracucchi (1929-2004) alla Locanda dell'Angelo

Gli Spaghetti ai frutti di mare alla lampada, uno dei piatti simbolo di Angelo Paracucchi (1929-2004) alla Locanda dell'Angelo

Circostanza importante: il pastificio Rummo di Benevento partecipa per la prima volta a un premio letterario sostenendo il Bancarella della Cucina. Per il vincitore sorpresona in vista. Dettaglio non trascurabile: i ricettari non sono ammessi. Si va alla ricerca del testo di cultura gastronomica, del romanzo che esalta l’arte culinaria o ne fa il filo conduttore, lo spunto geniale, la storia dei protagonisti tra forni e fornelli.

E mentre alle cinque di oggi pomeriggio Alfredo Pelle presenterà i cinque volumi a Palazzo Dosi, in via Ricci Armani 8, ed Elisa Pella alle 21 condurrà la serata in Piazza della Repubblica, quando il notaio aprirà le 80 buste contenenti gli 80 voti popolari, Rummo ha dato appuntamento a giuria e autori per un pranzo al mare, a una 40ina di chilometri da Pontremoli, ad Ameglia, anche se a puntare proprio su Ameglia, in collina, sponda destra del fiume Magra, si sbaglia destinazione.

L’occasione arriva dal Premio Paracucchi, riconoscimento in memoria di Angelo Paracucchi, umbro di Cannara in provincia di Perugia, classe 1929, uno dei padri della Nuova Cucina italiana. Paracucchi si trasferì da Spoleto in Liguria, al Motel Agip di Sarzana. Era il 1967. Nel giugno 1975 apriva il posto tutto suo, la Locanda dell’Angelo, costruzione bassa, firmata dall’architetto Vico Magistretti, a ridosso della spiaggia di Fiumaretta. Si ritirò a Trevi, in Umbria, spegnendosi in ospedale a Foligno nel dicembre di otto anni fa.

La locanda sarebbe passata nelle mani del figlio Stefano che perpetua la memoria del padre attraverso la riproposizione dei suoi piatti. Oggi l’omaggio con i fusillotti in versione Spaghetti ai frutti di mare alla lampada, nel cui uso in sala Angelo era maestro assoluto. Vincitori del Premio Paracucchi sono Marco Bolasco, responsabile dell’editoria di Slow Food, e Marco Trabucco, firma golosa della redazione torinese di Repubblica.

Sono loro gli autori di Cronache Golose, “vite e storie di cuochi italiani”, cinquant’anni raccontati attraverso 50 cuochi e 50 loro ricette. A pagina 52 il capitolo dedicato a un precursore della cucina contemporanea italiana, ma anche un grande incompreso. La Michelin non andò mai oltre la singola stella, nonostante avesse aperto a Parigi il ristorante Carpaccio all’interno dell’Hotel Royal Monceau e fosse gradito ai gastronomi di lassù, probabilmente quelli sbagliati visto che Henri Gault, pure lui nato nel 1929 (e in cielo dal 2000), il “Go” di Gault et Millau (“Miò”), lo definì “l’apoteosi del cuoco italiano”.

Paracucchi era italianissimo, adorava l’olio extra vergine in cucina e le cotture brevi del pesce, anche se poi avrebbe firmato il trancio di orata al vino rosso, una provocazione di estremo successo che sarà riproposta oggi.


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Gli appuntamenti da non perdere e tutto ciò che è attuale nel pianeta gola

a cura di

Paolo Marchi

nato a Milano nel marzo 1955, al Giornale per 31 anni dividendosi tra sport e gastronomia, è ideatore e curatore dal 2004 di Identità Golose.
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