06-08-2014

L'ostrica triploide non è OGM

I ricercatori francesi hanno ottenuto dei molluschi più resistenti e non in grado di riprodursi

Gli studiosi dell’Ifremer, Istituto Francese di

Gli studiosi dell’Ifremer, Istituto Francese di Ricerca per lo Sfruttamento del Mare, hanno generato delle ostriche che contengono nelle proprie cellule tre coppie di cromosomi. Non sono organismi geneticamente modificati, anche se ci sono allevatori che sostengono che queste ostriche sarebbero comunque una minaccia per la biodiversità 

Negli ultimi anni sono comparse sul mercato delle nuove ostriche concave, della specie Crassostrea gigas cosiddette “quattro-stagioni”, perché consumabili tutto l’anno senza che il cosiddetto “latte”, liquido seminale dell’animale, ne condizionasse il gusto. Queste sono le ostriche triploidi, ostriche sterili in grado di non riprodursi, riconoscibili dall’umbone ricurvo.

Per comprendere il significato dell’ aggettivo triploide, è necessario sapere che l’uomo e la maggior parte degli esseri viventi, come anche le ostriche, sono organismi che nascono diploidi: dal greco diplo-eidos (doppia forma) presentano nelle loro cellule due copie per ogni cromosoma.

Nel 2000, partendo da ostriche naturalmente diploidi, gli studiosi dell’IFREMER, Istituto Francese di Ricerca per lo Sfruttamento del Mare, hanno raddoppiato il corredo cromosomico di un’ostrica rendendola tetraploide (4n=2x2n cromosomi). Queste sono poi state incrociate con le diplodi (2n cromosomi) ed hanno generato le cosidette triploidi (2n+nn = 3n cromosomi). I discendenti di questa riproduzione contengono nelle proprie cellule tre coppie di cromosomi, cosa che in natura non esiste, e che determina la loro sterilità e la conseguente impossibilità di riprodursi.

L'ostrica triploide è riconoscibile dall’umbone ricurvo

L'ostrica triploide è riconoscibile dall’umbone ricurvo

Questo processo, se pur discutibile dal punto di vista scientifico, non modifica la genetica dell’organismo, ma ne raddoppia solo il corredo genetico. Quando si parla di OGM, si intende un organismo cui è stato aggiunto o sottratto un nuovo gene o una parte di esso cosa che nel caso delle ostriche triploidi non è accaduto.

A livello commerciale l’allevamento di ostriche triploidi produce due principali benefici. Il primo è importante per gli allevatori, visto che queste ostriche meglio resistono a patologie diffuse tra i molluschi e la loro crescita avviene in due anni rispetto ai tre delle ostriche naturali. Il secondo, e forse più importante per i consumatori, consiste nel fatto che queste ostriche non riproducendosi non presentano il cosiddetto latte, il liquido seminale delle ostriche che ne bloccherebbe la commercializzazione proprio nei mesi estivi, quando la richiesta da parte degli appassionati aumenta consistentemente.

Alcuni allevatori continuano a preferire le ostriche naturali

Alcuni allevatori continuano a preferire le ostriche naturali

Ifremer ha contribuito alla produzione e al lancio di quest’ostrica all'inizio del 2000, e nel 2007 ha depositato un brevetto dal titolo "Produzione di molluschi bivalvi tetraploide dai genitori diploidi", grazie a questo, Ifremer gestisce in esclusiva una popolazione di 150 riproduttori tetraploide, che sono rigorosamente confinati nei laboratorio di Tremblade (Charente-Maritime).

Oggi quasi il 90% delle ostriche allevate sono triploidi. Ma alcuni produttori continuano ad allevare ostriche naturali, sospendendo la commercializzazione nei mesi estivi. Loro sono convinti, come Slow food sostiene, che queste nuove ostriche ne minaccino la biodivesità e che in particolare la maggiore resistenza delle ostriche ai virus abbia determinato delle mutazioni che danneggiano le ostriche naturali.

I consumatori attenti agli OGM potranno consumare le ostriche triploidi e poliplodi esse infatti a conferma i quanto detto state espressamente escluse dagli elenchi degli organismi geneticamente modificati, redatti dall’Unione Europea.


Mare Aperto

Le verità legate al mondo ittico, svelate da Antonio Vasile. Contro mille bugie e pericolosi luoghi comuni

a cura di

Antonio Vasile

pugliese del segno dei pesci, è tecnico del settore ittico

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