30-06-2021
La vista dalla terrazza panoramica del Grand Hotel Principe di Piemonte, dove ha trovato posto la sede viareggina del Maitò
Il Grand Hotel Principe di Piemonte a Viareggio (Lucca) è una delle icone dell'hôtellerie italiana, che nel 2022 festeggerà i cent'anni dalla sua fondazione. Anche in vista di questo importante compleanno, la proprietà dell'hotel a cinque stelle ha intrapreso un'importante e attenta ristrutturazione al fine di esaltarne l'eleganza, la bellezza dell'edificio storico che lo ospita, l'accoglienza ai clienti. Dal 17 maggio scorso ha riaperto le sue porte, presentando quindi alcune novità.
E tra le novità che i primi visitatori hanno potuto trovare nell'hotel versiliese, alcune hanno riguardato la ristorazione. Come molti dei nostri lettori sapranno, dal 2004 al Grand Hotel viareggino ha trovato posto uno chef di grande classe e di grande esperienza: Giuseppe Mancino da Sarno, «forse il più taciturno di tutti e 35 i cuochi e le cuoche italiane che in Italia si fregiano delle 2 stelle Michelin», scriviamo di lui sulla Guida di Identità Golose.
Giuseppe Mancino
Stefano Plotegher, General Manager del Grand Hotel Principe di Piemonte, racconta così il nuovo arrivo: «Siamo felici di poter offrire questo concept di cucina tipica versiliese, di piatti della tradizione solo leggermente rinnovati e rivisitati. Questa novità ha portato con sé anche un ripensamento degli spazi. Infatti il Maitó ha trovato posto nella nostra bellissima e panoramica terrazza del quinto piano, da cui si possono ammirare sia la costa che le Alpi Apuane. Lì si trovava prima il Piccolo Principe: con lo chef Mancino avevamo però l'obiettivo di lavorare con il nostro ristorante gastronomico per 12 mesi l'anno, perciò avevamo la necessità di trovargli una collocazione differente. Da quest'anno sarà infatti al piano terra, nella Veranda che si affaccia sul lungomare di Viareggio».
«La scelta di prendere un Neapolis di Moretti Forni - aggiunge lo chef Giuseppe Mancino - è stata inizialmente influenzata dal grande passaparola che c'è tra i miei colleghi. Sono stati in tanti in questi anni a parlarmi delle prestazioni straordinarie di questo forno e quindi sicuramente il parere di colleghi di cui mi fido è stato un elemento. Ora che ho toccato con mano le prestazioni di Neapolis, non posso che dare ragione a quei miei colleghi».
Margherita
Frenetica
Domatore
a cura di
Giornalista milanese. A 8 anni gli hanno regalato un disco di Springsteen e non si è più ripreso. Musica e gastronomia sono le sue passioni. Fa parte della redazione di Identità Golose dal 2014, dal 1997 è voce di Radio Popolare