02-05-2017

A Vallefredda di freddo non c'è nulla

Il resort di Antonello Colonna a Labico è uno straordinario esempio di architettura moderna e di sincero colore umano

Un dettaglio dello spazio che fino a mezzogiorno a

Un dettaglio dello spazio che fino a mezzogiorno accoglie la prima colazione nel resort e spa di Antonello Colonna a Labico. Il 27 aprile pioveva tanto da suggerire di accendere il fuoco nel camino creando così un'atmosfera molto coccola

Conservo da qualche parte una pagina del Finantial Times dedicata, una ventina di anni fa, a una locanda sulle colline alle spalle di Biarritz in Francia. Poche stanze e quindi pochi ospiti, pochi oggetti su tavoli e ripiani e pochi piatti in carta, in pratica il patron di giorno lasciava tutti in pace mentre la sera cucinava a vista in una sala che era anche la cucina. Un paradiso dove riposarti, rigenerarti, ricaricarti, sensazioni che ho rivissuto nel resort di Antonello Colonna a Vallefredda poco fuori Labico, la porta sui Castelli Romani.

Struttura completamente diverse tra loro, ma entrambe immerse nella campagna, una forte sensazione di vuoto, di isolamento dove distruggere ogni negatività e rinascere. Lì a Labico per lavoro, sono arrivato tardi la sera e sono ripartito presto la mattina, ma non così tardi e poi non così presto da non cogliere per intero lo spirito del luogo. Se un giorno dovessi mai decidere di vivere per una settimana a Roma, scenderei lì che non è certo centro storico

Un ritratto di Antonello Colonna mentre si accende un Cohiba

Un ritratto di Antonello Colonna mentre si accende un Cohiba

capitolino, che dista una cinquantina di chilometri, ma calza perfettamente su di me.

Dovesse scrivere un libro, Colonna potrebbe intitolarlo Labico-Roma andata e ritorno. Classe 1956, prese possesso dell’insegna di famiglia il 10 agosto 1985 per raddoppiare nella capitale il 4 ottobre 2007 quando si insediò nel Palazzo delle Esposizioni in via Nazionale. Antonello vi avrebbe aperto due realtà in una, l’Open e l'Open Bistro, decisione che implicò la rinuncia al locale di sempre, troppo piccolo e all’improvviso troppo fuori orbita.

Nessun addio però, a patto di avere un’idea originale per rompere con il noto dei colli. La risposta nel maggio 2012: Vallefredda. In 10 ettari di verde, Colonna ha eretto una struttura camaleontica perché palcoscenico dalle mille possibilità, dalla presentazione di un’auto sul tetto alla mostra d’arte, dal set fotografico al mercato biologico dentro-fuori il primo blocco, quello in pratica vuoto da un

La squadra del resort Vallefredda, da sinistra verso destra: Samuele Florio, Daniele Di Domenicantonio, il padrone di casa Antonello Colonna, Enrico Betti, Matteo Del Brusco, infine Fabio Pelliccia

La squadra del resort Vallefredda, da sinistra verso destra: Samuele Florio, Daniele Di Domenicantonio, il padrone di casa Antonello Colonna, Enrico Betti, Matteo Del Brusco, infine Fabio Pelliccia

capo all’altro. Abbiamo una piastra di 100x25x1,5 metri che si sviluppa dall’alto di una collinotta e via via che se ne discosta accoglie cinque parallelepipedi sfalsati tra loro e sempre meno interrati.

Con l’ingresso a un capo e il centro benessere all’estremità opposta, abbiamo lungo l’asse centrale dodici stanze tutte con letto matrimoniale e grande vetrata sul verde. Le sei dispari guardano a est e al sole che sorge, le sei pari a ovest e al sole che tramonta. Io sono sceso alle numero 6. Non fosse per il fatto che qualcuno potrebbe passarle davanti perché gli spazi esterni sono di tutti, non avrei tirato nemmeno la leggera tenda. Vero che è fatta apposta per ripararsi dagli altrui sguardi, ma che bello potere spaparanzarsi nel lettone e guardare fuori e aspettare il buio della notte.

Due dettagli su tutti: la vasca da bagno in mezzo al bagno e due prese per la luce nella spalliera, una per lato, sempre funzionanti anche quando esci e porti con te lo spinotto che, una volta nella presa generale, dà elettricità a tutto l’ambiente.

Un dettaglio del cosiddetto primo ponte, tra il blocco di ingresso e quello che accoglie le cucine e la sala delle prime colazioni. Questa è la vetrata di destra rispetto all'entrata, dà verso est e le cinque sedie rappresentano la continuità nella famgilia Colonna. La prima a destra risale ai tempi del nonno di Antonello Colonna, quindi suo padre, poi lui stesso simboleggiato da due sedie perché sono due le sue insegne stellate, infine la seduta legata al figlio Andrea, classe 1984

Un dettaglio del cosiddetto primo ponte, tra il blocco di ingresso e quello che accoglie le cucine e la sala delle prime colazioni. Questa è la vetrata di destra rispetto all'entrata, dà verso est e le cinque sedie rappresentano la continuità nella famgilia Colonna. La prima a destra risale ai tempi del nonno di Antonello Colonna, quindi suo padre, poi lui stesso simboleggiato da due sedie perché sono due le sue insegne stellate, infine la seduta legata al figlio Andrea, classe 1984

Sembra una sciocchezza ma quante volte vi è capitato di mettere in carica telefonino o computer, uscire portando con voi la scheda e una volta rientrati in stanza trovare gli apparecchi ancora a zero? Io tante.

Meno fondamentale, ma comunque simpatico, il menu dei cuscini, quattro a richiesta oltre ai tanti che già affollano la sponda. Intelligente l’offerta della stanza gratuita se due decidono di cenare e pernottare tra martedì e giovedì, d’obbligo il menù degustazione a 150 euro l’uno. Da capogiro la prima colazione, dalle 8.30 a mezzogiorno, di autentico spessore la carta pranzo o cena così come quella dei vini ma qui si entra in un altro capitolo. Prossimamente su questo sito.


Hôtellerie

Radiografia, notizie e curiosità sugli hotel e le locande più importanti in Italia e nel mondo.

a cura di

Paolo Marchi

nato a Milano nel marzo 1955, al Giornale per 31 anni dividendosi tra sport e gastronomia, è ideatore e curatore dal 2004 di Identità Golose.
blog www.paolomarchi.it
instagram instagram.com/oloapmarchi

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