Lidia e Joe Bastianich

 Foto Brambilla-Serrani

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Felidia

243, east 58th street
New York
Stati Uniti
T. +1.212.758.1479

Ha 12 anni quando insieme alla famiglia viene a New York da Pola, allora Istria, oggi Croazia. A 24 anni apre il primo ristorante, Buonavia, a cui seguirà Villa Secondo, entrambi nel Queens. Consapevole che una cosa è cucinare a casa, altro è gestire la cucina di un ristorante, Lidia si fa affiancare da uno chef italo-americano. È il 1971. Per dieci anni replica la cucina degli italoamericani: piatti che non soddisfano la sua voglia di uno stile italiano autentico e contemporaneo.

Nel 1981 apre Felidia a Manhattan. Qui, fa la iota, il gulasch, il frico, i krafi, la polenta con la cacciagione e l'insalata di polpo: piatti al di qua e al di là dell'idea stessa di confine. Declina anche le altre cucine regionali, introducendo gli americani alla varietà delle nostre tradizioni locali. I giornalisti arrivano a frotte. La invitano a tenere lezioni. La ospitano in tivù. Lidia studia: storia della gastronomia e chimica, «indispensabile per cucinare oggi». Dal '90 al 2011 pubblica diversi libri di cucina, tra cui Lidia's Italy, riscrive la geografia italiana cominciando dall'Istria e proseguendo in un itinerario personale, scevro dalle convenzioni di guide e manuali. Con il fiore all'occhiello della ristorazione di Eataly New York, il terzo luogo più visitato nella Grande Mela dopo la Statuta della Libertà e l'Empire State Building.

Intanto, come canta Battiato, i figli crescono. Lei è immune alla tentazione di instradarli in cucina. Saranno loro a portare i propri talenti all'impresa di famiglia (che comprende attualmente diversi ristoranti, tra cui quelli di Eataly nel mondo, la linea di salse Lidia's Flavors of Italy, l'agenzia di itinerari artistico-gastronomici Esperienze italiane, un'azienda agricola nel Collio e una in Maremma in società con Batali). La figlia Tanya cura Esperienze italiane e la parte artistica dei libri di ricette di Lidia. Il figlio Joe, ex-broker a Wall Street, ha il talento dell'imprenditore e lo sposa all'interesse per il mondo del vino. E presto diventerà una star trans-atlantica, soprattutto a seguito della fortunatissima edizione italiana di Masterchefs, sfornando anche libri di successo come "Restaurant Man" (2012).

Il timone della cucina, Lidia non l'ha passato ai figli, ma a executive chef scelti col criterio del talento sposato alla passione: Fortunato Nicotra per Felidia, Mark Ladner per Del Posto. Al congresso di Identità Golose 2008 Lidia Bastianich raccontò la ricetta del suo successo non solo come cuoca ma come imprenditrice: «Gli chef a volte hanno paura di passare il timone, temono che poi le ricette non saranno più solo loro. In realtà, quando passi il timone alle persone che condividono la passione con te, è come moltiplicarsi, è come avere dei figli. Non perdi niente, acquisti. Ed è la sola via per crescere».

Ha partecipato a

Identità Milano


a cura di

Roberta Corradin

ha scritto di cucina e ristorazione per svariate testate giornalistiche italiane e statunitensi. Il suo primo libro, Ho fatto un pan pepato, pubblicato nel 1995, le ha aperto le porte del food writing. Ha pubblicato tra gli altri Le cuoche che volevo diventare (Einaudi 2008), La Repubblica del maiale (Chiarelettere 2014), e insieme a Paola Rancati Tradizione Gusto Passione, uscito anche in inglese con il titolo Taste and Tradition. Per i suoi 50 anni si è fatta il regalo di lasciare il giornalismo, che la annoiava. Insieme al marito Antonio Cicero gestisce il ristorante Il Consiglio di Sicilia, a Donnalucata