Foto Brambilla-Serrani
1, St James's Market SW1Y4AH - Londra +44 (0)20 35834660 info@ikoyilondon.com
Classe 1987, nato a Hong Kong da padre cinese e madre canadese, Jeremy Chan ha vissuto tra Canada, Regno Unito e Stati Uniti per finire a Londra. Ha aperto Ikoyi nel West End londinese con il socio di sala Ire Hassan-Odukale, nigeriano di Lagos, ottenendo la prima stella Michelin per un ristorante con una forte impronta africana. E tuttavia, l’etichetta di West African è stata un po’ sbrigativamente affibbiata alla sua cucina. L’equivoco nasce dal fatto che, nel ristorante aperto nel 2017, tra Piccadilly e Trafalgar, Jeremy ha deciso di concentrare le sue sperimentazioni gastronomiche su ingredienti di quella parte del mondo, poco noti ai nostri palati e dunque molto stimolanti per uno chef con l’animo da ricercatore (inteso più alla Isaac Newton che all’Indiana Jones) come il suo. E anche perché è in generale refrattario alle catalogazioni e alle definizioni tagliate con l’accetta. "Quello che facciamo da Ikoyi", ci spiega, "ha più a che fare con la creatività personale, con la mia interpretazione di colori, sapori e consistenze che voglio trasmettere nella maniera più immediata possibile”. Viso da ragazzino e profondità di pensiero di un vecchio saggio, prima di decidere di applicarsi anima e corpo alla cucina - facendo la gavetta con nomi come Rene Redzepi, Claude Bosi e Ashley Palmer Watts nella parte dell’apprendista silenzioso e diligente - si è laureato con lode a Princeton in Lingue e filosofia e ha lavorato come analista finanziario. Chan si prende la licenza di mettere in menu preparazioni tradizionali senza preoccuparsi troppo della loro corrispondenza filologica; come il maafe, ricetta diffusa in tutta l’Africa Centrale e Occidentale che indica uno stufato o una salsa a base d’arachidi, da lui reinterpretato in una salsa di carote rosse della Normandia densa e avvolgente, arricchita dal collagene del brodo di piede di vacca, che, insieme a un’altra salsa di carote dalla consistenza setosa e leggera e dal gusto lievemente acidulo dato dall’aceto di Chardonnay e del frutto disidratato del baobab, accompagna il filetto di manzo appena scottato. Piatti che sintetizzano bene il suo pensiero: "No bullshit, ma con sapore”.
di
giornalista, napoletana di nascita e romana d'adozione, cerca di unire le sue tre passioni: mangiare, viaggiare e scrivere
Utilizza i campi sottostanti per effettuare una ricerca nel database degli Chef e dei Protagonisti.
La giuria di chef di tutto il mondo che "arbitrerà" la finalissima mondiale della S.Pellegrino Young Chef Academy Competition 2024-25
Elizabeth Haigh, titolare dell'insegna di cucina Mei Mei, contenuta nel Borough Market (foto meimei.uk)
La squadra del Noma di Copenhagen festeggia il primo posto al The World’s 50Best Restaurants 2021