24-03-2016
Lusinghieri i numeri (quasi) finali dell'ultima edizione d'Identità Milano. Diciamo "quasi" perché Identità è fonte di articoli e approfondimenti per molti mesi dopo l'evento: praticamente fino all'edizione successiva
Come si valuta il successo di un evento? I suoi organizzatori tendono a fornirne sempre un bilancio lusinghiero. Noi - parti in causa - già il giorno successivo alla chiusura d’Identità Milano avevamo dato conto della sua ottima riuscita, con questo articolo di bilancio finale. Ma tale lettura regge al vaglio del cosiddetto fact checking? Ci affidiamo dunque ai puri numeri: ebbene, per un congresso che vuole (far) comunicare la cucina italiana, e che dunque ha nella ricaduta sui media un proprio primario parametro di valutazione, i dati sono del tutto impietosi. Per i suoi detrattori.
Già avevamo sottolineato quanto il mondo dell’informazione – prima ancora che il congresso prendesse il via – avesse visto in Identità Milano un’occasione appetitosa per incrociare le notizie che contano all’interno del mondo della cucina: sono stati oltre 1.250 i giornalisti, blogger e professionisti della comunicazione accreditati, su oltre 15mila professionisti del settore che hanno affollato la tre giorni. Hanno trovato pane per i loro denti? Eccome: oltre 1.050 articoli finora pubblicati, dal primo di gennaio, sia per presentare la kermesse, sia per darne conto nei giorni di lavori e soprattutto in seguito, perché Identità Milano crea sempre una “lunga coda”, fornisce spunti e approfondimenti che poi si dipanano nei mesi seguenti, praticamente fino all’edizione successiva. Il numero citato, di per sé notevole, è dunque destinato ad accrescersi, e di molto.
Ma non solo piccolo schermo. La radio ha dedicato ampi passaggi, specie su Rai Radio Uno e Rai Radio Due. E poi c’è tutto lo (straordinario) capitolo riguardante i social media, che sono naturalmente in simbiosi con Identità, accomunati dalla medesima carica di dinamismo e innovazione. Il successo del sito identitagolose.it, che ha totalizzato nelle settimane a cavallo del congresso un +48% di utenti rispetto allo scorso anno - dato che sale addirittura al +65% se si considera il periodo dal primo gennaio a oggi - è stato replicato da Facebook. Su Twitter sono state quasi 300mila le visualizzazioni dei tweet di @identitagolose (i più visti? Quelli che hanno riguardato Carlo Cracco, Massimo Bottura e l’omaggio ad Annie Féolde), con più di 1.100 retweet.
Spiega Claudio Ceroni: «Questi risultati non giungono a caso, ma sono il frutto di anni di lavoro paziente. Rendono oggi più che mai evidente come Identità Milano – e Identità Golose in generale, che “firma” anche tanti altri appuntamenti e iniziative – non è solo un congresso importante e autorevole, ma soprattutto produce grande comunicazione, tutta a favore della cucina italiana. Aggiungo che l’enorme sforzo che abbiamo profuso in occasione d’Identità Expo ha contribuito non poco a moltiplicare la rilevanza nostra, e dunque del mondo che pensiamo di ben rappresentare».
Paolo Marchi e Claudio Ceroni
Come gli stilisti e i designer nostrani sono ormai affermati, chiaro punto di riferimento mondiale, «così succede anche alla tavola, e non solo per la tradizione di pasta o pizza, o per l’eccellente lavoro di Slow Food sui prodotti. Adesso la cucina italiana appare forte, articolata, fa sistema, coinvolge anche ambiti che prima le erano marginali, penso alle pizzerie o agli agriturismi di qualità. E’ insomma trasversale». Perciò persino la politica le dà attenzione, pensiamo a quanto sta facendo il Governo sul Food Act (leggi qui e qui le ultime novità), o alla chiamata di Davide Oldani come testimonial degli azzurri alle Olimpiadi di Rio.
All’estero se ne accorgono, così come valutano il lavoro che Identità Golose sta facendo. Esemplifica Marchi: «Mi ha appena chiamato Riccardo Felicetti, presidente dei pastai mondiali. E’ a San Francisco e stava chiacchierando poco fa con lo chef stellato Michael Tusk. Questi gli fa: “Quando senti Marchi, digli che ci sono ottimi ristoranti anche qui, non solo a New York o Chicago. Venga a vedere!”». Non male, per chi era percepito fino a non molto tempo fa come poco più che pizza e mandolino.
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a cura di
classe 1974, milanese orgoglioso di esserlo, giornalista professionista dal 1999, ossia un millennio fa, si è a lungo occupato di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta su viaggi e buona tavola. Coordinatore della redazione di identitagolose.it e curatore della Guida di Identità Golose alle Pizzerie e Cocktail Bar d'autore. Instagram: carlopassera