Assolto lo chef Marco Sacco, nessuna sua responsabilità per il risotto contaminato

«Il fatto non costituisce reato». Dopo una lunga via crucis, si è risolta con una piena assoluzione davanti alla Corte d’Appello di Torino la vicenda dello chef-patron Marco Sacco del Piccolo Lago di Verbania, che era stato condannato in primo grado per un caso di intossicazione alimentare verificatosi nel luglio del 2021. Era accaduto che, al termine di un banchetto di nozze durante il quale era stato servito un risotto con le vongole, una cinquantina di invitati avessero accusato sintomi di malessere, probabilmente a causa del norovirus presente nei molluschi. Un nemico insidioso perché non altera né l’aroma né il sapore.

La difesa dello chef e della moglie Raffaella Marchetti, direttrice di sala anch’essa condannata in primo grado, aveva sostenuto che le responsabilità non fossero imputabili ai titolari: le vongole, importate dalla Francia tramite una società italiana, erano state servite crude, come indicato in etichetta, senza alcuna manipolazione all’interno del ristorante. I verbali dei Nas avevano poi certificato come le cucine del Piccolo Lago fossero inappuntabili dal punto di vista igienico-sanitario.

Era stata la stessa Procura generale torinese, che rappresenta l’accusa in Appello, a chiedere la riforma dell’iniziale sentenza di condanna, opponendosi così all’orientamento del pubblico ministero di Verbania che nel 2024, in primo grado, aveva chiesto per Sacco e Marchetti la condanna a 8 mesi. Il giudice aveva inflitto due mesi e venti giorni.