Presentato a Verona il T-made 76 AV, che sa esaltare la personalità di questo grande rosso secco, potente ed elegante del Veronese. Lo ha pensato e realizzato l'azienda Italesse forte del contributo, della consulenza e del confronto con l'Associazione Famiglie Storiche della Valpolicella
Per quanto riguarda la scelta dei calici con cui realizzare il servizio dei vini proposti in carta, un ristoratore ha tre opzioni principali: può optare per un calice universale, semplificandosi di molto la vita, sicuramente, ma non dando importanza ai diversi caratteri dei vini che presenta ai suoi ospiti; può scegliere una maggiore accuratezza preferendo dei calici varietali – differenziando cioè tra calice per un bianco/rosato, per un rosso o per una bollicina. Un passo, questo, in avanti, nell’accuratezza del servizio, ma in cui si perde per strada l’enorme varietà di carattere che un vino può mostrare: le differenze di territorio, di vitigni, di corpo, di grado alcolico, di tannicità, di aromi… Differenze che cercano di cogliere aziende - come Italesse, e qui veniamo alla terza opzione - che si prefiggono di creare calici professionali, disegnati attorno agli aromi e al carattere dei grandi vini italiani e ai grandi territori vinicoli in cui nascono. Italesse lo fa con il progetto Senses.
Convinti che la distinzione tra calice da bianco/rosso/bollicine non valorizzi sufficientemente le personalità uniche delle grandi denominazioni italiane, nei laboratori dall'azienda si sono messi in testa di sviluppare un approccio sartoriale sulle sensazioni organolettiche dei vini di specifici territori e denominazioni (avevamo raccontato il lavoro dietro al bel calice per la Ribolla di Oslavia qui).

A sinistra il presidente dell'Associazione Famiglie Storiche della Valpolicella, Pierangelo Tommasi. Fondamentale, nel lungo percorso di progettazione e disegno di questo nuovo calice il contributo, la consulenza e il confronto costante con l’associazione stessa, che riunisce 13 cantine della Valpolicella, produttrici di Amarone e non solo. A destra: la sala dell’Antica Bottega del Vino di Verona
Dopo essersi misurati con il territorio, gli aromi e la filosofia produttiva di grandi vini italiani quali Vermentino di Sardegna e di Gallura, Brunello di Montalcino, Barolo e Ribolla di Oslavia, i tecnici, i designer e i sommelier coinvolti nel progetto hanno deciso di misurarsi con il carattere complesso e profondo dell’Amarone, disegnando il nuovo calice
T-made 76 AV lungo i profili delle colline e delle valli strette e lunghe, le
vaj, della Valpolicella. Calice che completa la trilogia dei rossi di eccellenza (Barolo - Brunello - Amarone), ambasciatori della storia e della personalità dei grandi territori italiani del vino.
«Ultimamente, assieme allo sviluppo incredibile del servizio attorno al vino, è cresciuta in modo esponenziale l’attenzione verso il calice non solo come elemento di decoro della tavola o di comunicazione ma come imprescindibile strumento di vendita in cantina come al ristorante» ha sottolineato Massimo Barducci, ceo di Italesse, durante la presentazione». Perché sia importante l’attenzione verso il calice con cui si serve una grande bottiglia è abbastanza ovvio: nel caso in cui un vino risulti squilibrato alla beva, l’avventore di un ristorante, darà la colpa al calice o al vino? E ancora: sarebbe troppo immaginare, accanto al suggerimento di un’etichetta, da parte del sommelier di un ristorante stellato, anche il suggerimento del calice per apprezzarlo al suo meglio? Sono alcune delle questioni attorno al servizio del vino che si sono affrontate durante la presentazione del nuovo calice tailor-made, svoltasi tra le pareti storiche dell’Antica Bottega del Vino di Verona.

Nel calice T-made 76 AV numerosi sono gli elementi studiati per valorizzare l’insieme delle sensazioni organolettiche dell’Amarone, al naso come al palato. Le pareti avvolgenti della coppa, insieme al pronunciato bevante, sono stati studiati per esaltare il carattere, l’equilibrio e l’eleganza del vino. Il fondo, ampio e piatto, è stato pensato per stemperare l’impatto alcolico e valorizzare la morbidezza e la complessità del vino grazie all’ampio rapporto tra superficie e ossigeno. Il diametro del bevante è stato calcolato in modo da valorizzare l’intensità olfattiva e, insieme allo cheminée netto e spigoloso, la freschezza al palato
«Realizzare il calice per l’Amarone della Valpolicella» ha spiegato
Paolo Lauria,
sommelier e head of marketing di
Italesse «ha significato per noi confrontarsi con uno dei più grandi vini del panorama vinicolo italiano, una delle più ampie zone di produzione - 20 comuni, tre zone di produzione, 8600 ettari vitati - in cui nasce un vino unico per storia, tecnica produttiva e caratteristiche organolettiche». Obiettivo del lavoro è stato quello di riuscire a compiere una sintesi estetica e funzionale di questa complessità e diversità, materializzatasi nelle sembianze di un elegante calice di vetro cristallino soffiato a bocca e lavorato a mano, che fosse capace di dar voce – la voce più chiara possibile - a un territorio molto sfaccettato.