20-08-2020

Luca Finardi racconta il ritorno di Mandarin Oriental in Italia

Intervista con il vice presidente nazionale del gruppo asiatico, e general manager dell'hotel milanese: «Per uscire dalla crisi serve il gioco di squadra»

Visionario, lungimirante, ambizioso, determinato. A questo poi si aggiungono una grande esperienza e una profonda conoscenza del settore. Luca Finardi, direttore del Mandarin Oriental, Milan e vice presidente del gruppo di Hong Kong in Italia, ha tutte le carte in regola per guidare una realtà internazionale come il prestigioso brand alberghiero, da cinque anni presente anche nel Belpaese a Milano e sul Lago di Como.

L’idea è di non fermarsi, aprire altre proprietà, sempre centrate sulla sostenibilità, il benessere d’ispirazione orientale e un’eccellente offerta gastronomica, nel segno dello stile Mandarin. Altri rifugi racchiusi in lussureggianti giardini come il Mandarin Oriental, Como, che ha riaperto il 18 giugno, o nuovi paradisi urbani come il Mandarin Oriental, Milan, che riaprirà invece «a settembre, non appena ci saranno le condizioni e si potrà offrire all’ospite l’esperienza Mandarin a 360°», ci ha detto il general manager.

La stagione 2020 alla fine è partita, contro ogni previsione. Il peggio è passato o è ancora presto per pensare di poter tornare alla normalità?
La tempesta in Italia sembra essere passata, almeno pensando alla prima fase, ma altri mercati importanti per l’ospitalità italiana, come la Russia e gli Stati Uniti, stanno vivendo un momento drammatico. Credo che dalla primavera del 2021, se la situazione epidemiologica si sarà assestata, arriverà la vera ripresa. In questa fase, c’è tanta voglia d’Italia: il nostro Paese manca agli stranieri, questa situazione di emergenza ha creato un legame con il mercato interno, ma in Italia il 45% del mercato del lusso è rappresentato dall’estero, perché è legato al retail.

A detta di operatori ed esperti del settore, il 2019 è stato un anno positivo per l’industria turistica italiana, soprattutto si era in grande crescita. Quanto si dovrà aspettare per tornare a quei numeri, sempre se è possibile fare delle proiezioni?
Sì, per noi in particolare il 2019 è stato un anno straordinario, per tornare a certi numeri dovremo aspettare presumibilmente fino al 2022-2023. La nostra forza è che l’Italia è in grado di offrire una varietà e un livello di ospitalità, insieme alla qualità della ristorazione, come nessun altro Paese al mondo. Non parlo solo della qualità di grandi brand internazionali come Mandarin Oriental Hotel Group Hotels & Resorts, Four Seasons, Armani Hotels, Marriott International, ma anche di realtà che vantano una tradizione nostrana come L’Andana e L’Albereta gestito magistralmente con cura e passione dalla famiglia Moretti, ma anche de Le Sirenuse a Positano o il Santa Caterina di Amalfi. Si tratta, in tutti i casi, di strutture inserite in luoghi di grande bellezza, come la campagna toscana, con la sua eleganza e l’armonia paesaggistica, luoghi dove storia, qui basti pensare agli Etruschi, la cultura e l’arte dell’ospitalità si fondono per regalare un’esperienza di soggiorno unica.

Sono la straordinaria bellezza e l’unicità dell’Italia quindi che rendono unica l’accoglienza nostrana?
Sì, ne sono convinto. Dobbiamo vendere, passami il termine, la destinazione Italia, con tutta la sua varietà paesaggistica, la ricchezza artistica e l’eccellenza dei nostri prodotti, che il mondo ci invidia. Succede a Milano, dove non ci consideriamo competitor di altri brand, bensì ci supportiamo a vicenda, dando valore aggiunto all’offerta locale. È così anche sul Lago di Como, dove insieme al Grand Hotel Tremezzo, a Villa d’Este e agli altri importanti alberghi locali, diamo un valore aggiunto al brand Lake Como, che negli ultimi anni è cresciuto molto dal punto di vista turistico, sia in qualità, sia in diversificazione dell’offerta, sia in valorizzazione del territorio. Sta avvenendo anche in altre regioni e territori, per esempio in Costiera Amalfitana decine di alberghi di lusso hanno unito le loro forze con proposte per affrontare la crisi, perché nei momenti più difficili si creano sempre delle opportunità, bisogna fare gioco di squadra per superarle.

Il 18 giugno ha riaperto il Mandarin Oriental COMO, ci sono delle novità?
Per la riapertura abbiamo proposto pacchetti speciali e lanciato per l’estate la Langosteria Lago di Como. Dal 9 luglio al 13 settembre si può degustare il meglio dei ristoranti del gruppo di Enrico Buonocore e godersi una vista spettacolare sul lago di Como.

Quando riaprirete a Milano?
A oggi è aperto il Mandarin Bar & Bistrot e il Seta di Antonio Guida con due menu estivi, che ha fatto il tutto esaurito dalla prima sera. Riapriremo anche l’hotel non appena ci saranno le condizioni, dal 1° settembre, quando gli ospiti potranno vivere l’esperienza a 360°. L’ospitalità è il nostro business, ma la salute e la sicurezza di dipendenti e ospiti sono sempre state la nostra priorità. Abbiamo scelto di riaprire a pieno regime, mettendo a disposizione dei clienti tutte le nostre 104 camere, con il nostro staff di 180 persone (che poi sale a 240 nei momenti di picco) al completo, significa che il rapporto è di circa due persone dello staff a camera, cosa che ci consente di garantire lo standard di servizio firmato Mandarin.

Il cortile del Seta

Il cortile del Seta

Mandarin quindi continuerà ad espandersi in Italia?
Stiamo cercando nuove proprietà, guardiamo in primis a Venezia, Roma, la Toscana, la ricerca è attenta e scrupolosa. Determinante sarà la location, siamo orientati a scegliere luoghi di grande suggestione come la campagna toscana, per esempio. È poi fondamentale la posizione strategica vicino agli aeroporti, per favorire e facilitare la clientela straniera che costituisce gran parte della nostra clientela.

Quali sono i punti di forza delle proprietà firmate Mandarin Oriental?
Oltre all’impeccabilità del servizio e lo stile d’accoglienza orientale, sono tre i nostri focus. In primis la nostra offerta food&beverage, basti pensare che Mandarin Oriental vanta il più alto numero di ristoranti stellati tra i brand alberghieri. Inoltre la sostenibilità, siamo molto attenti a contrastare l’inquinamento, usiamo il più possibile prodotti a chilometro zero. Senza dimenticare l’aspetto umano e il sostegno che diamo alle popolazioni in difficoltà ed ex carcerati, per esempio, che integriamo nello staff. Centrale è poi per noi l’attenzione al benessere, come il brand anche la proposta wellness è di matrice orientale, vanta una tradizione antica con un approccio olistico: la nostra Spa at Mandarin Oriental, Lago di Como per esempio è la più grande del lago, include anche un’area termale, si può partecipare alle classi private di tai chi o a passeggiate meditative nel giardino botanico dell’hotel.


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a cura di

Elisabetta Canoro

Giornalista professionista, è consulente di Identità Golose, vice direttore di The CUBE Magazine e collaboratrice di AD Architectural Digest italia e Panorama. Autrice di guide e di libri editi da WhiteStar e Marco Polo

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