16-01-2013

La democrazia della pasta

Al dente, più cotta, scondita, salsata, calda, fredda. Milone lancia la volata a Identità di Pasta

Nella foto di Bob Noto, le Tagliatelle verdi di C

Nella foto di Bob Noto, le Tagliatelle verdi di Christian Milone, chef della Gastronavicella della Trattoria Zappatori di Pinerolo (Torino) e tra i protagonisti di Identità di Pasta nella giornata inaugurale di Identità Milano, domenica 10 febbraio, Sala Blu 2. Sul palco prima e dopo di lui, Matteo BaronettoRoberto PetzaAnthony GenoveseDavide ScabinFrank Rizzuti, Luciano Monosilio e Alessandro Gilmozzi

Il termine pasta deriva dal greco e alla lettera significa "farina con salsa". Questa definizione mi va però alquanto stretta: la reputo quasi offensiva. Perché il mio modo di interpretare la pasta è più poliedrico, metamorfico. Mi piace infatti plasmarla, utilizzarla a seconda della ricetta e della sensazione che voglio creare. A volte è un semplice involucro, altre una consistenza, altre ancora il gusto portante del piatto. Può essere un accompagnamento alla salsa, oppure priva di salsa. Può essere, insomma, che io consideri e chiami "pasta" anche ciò che non dovrei considerare tale.

Plin alle erbe, pasta ripiena che Milone serve come dolce (Bob Noto)

Plin alle erbe, pasta ripiena che Milone serve come dolce (Bob Noto)

Così facendo, posso però far rientrare nella grande famiglia anche tutto quello che non viene fatto con la farina, vedi gli gnocchi. E infatti, nella giornata di Identità di Pasta, preparerò degli gnocchi "eretici": senza farina nè uova ma a base di prezzemolo, cercando di dotare di un po' di rispetto una delle erbe più abusate e maltrattate della moderna storia della gastronomia.

In altri casi mi trovo a simulare con un vegetale il risultato che normalmente ottengo con un legante di origine animale (uovo) e mi trovo tra le mani una pasta italianissima all'uovo, senza uova, con la consistenza di una pasta lontana migliaia di km dal mio Piemonte: i giapponesi udon. Pasta italiana che s'intreccia alla pasta orientale in un gioco continuo. Pasta secca tradizionale del Sud che incontra la mia terra grazie all'uso della farina di mais in purezza: pasta di polenta che trasforma così un piatto tradizionalmente caldo, calorico e dalla lunga preparazione, in cibo replicabile tutti i giorni e per tutti i palati.

Christian Milone, 33 anni (Bob Noto)

Christian Milone, 33 anni (Bob Noto)

La pasta è democrazia: è uguale per il ricco e per il povero, ti permette di fare alta cucina con pochi centesimi. E' come la donna dei sogni perché è come tu la vuoi: al dente, più cotta, scondita, salsata, calda, fredda. Ho avuto un rapporto morboso con la pasta per molti, molti anni.La mangiavo alle ore più disparate anche controvoglia. La usavano per premiarmi quando andavo in bici: "oggi sei andato forte, quindi meriti doppia porzione". Ma anche per punirmi: "oggi con il numero sulla schiena sembravi un paracarro... niente pasta".

E' stata il mio carburante per centinaia di migliaia di chilometri. Tanto che sono arrivato a pensare che il mio corpo non sia composto al 60% di acqua ma di pasta, tanto ha messo radici dentro di me. La pasta in fondo è l'Italia con le sue contraddizioni, con le sue differenze, regione per regione. Copiata, amata e mangiata in tutto il mondo anche se non è solo una storia italiana.


Storie di cuochi

Uomini che abbandonano per un attimo mestoli e padelle per raccontare le proprie esperienze e punti di vista

a cura di

Christian Milone

classe 1979, chef della Gastronavicella dellaTrattoria Zappatori a Pinerolo (Torino). E' il vincitore della seconda edizione del Premio Birra Moretti Grand Cru

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