14-06-2023

Tutto su Lavica, l'evento sull'Etna targato les Collectionneurs

Tre giorni che hanno seguito il percorso che compie la lava dell’Etna, per raccontare l’anima di un territorio vocato all’eccellenza enogastronomica

Sono stati accesi per tre giorni i fuochi di Lavica Gourmet Festival, prima edizione dell’evento fine dining dell’Etna, voluto e ospitato da Castello di San Marco Charming Hotel & Spa di Calatabiano (Catania) e dall’azienda vinicola Barone di Villagrande a Milo (Catania), in collaborazione con les Collectionneurs, associazione di albergatori, ristoratori e viaggiatori che vanta come brand president Alain Ducasse.

Tre giorni di kermesse che hanno seguito idealmente il percorso che compie la lava dell’Etna, per raccontare, attraverso le mani di alcuni chef appartenenti a les Collectionneurs e di altri cuochi siciliani presenti all’evento, l’anima di un territorio vocato all’eccellenza enogastronomica.

La prima serata si è svolta a Milo, ad un’altitudine di 700 metri, presso l’azienda vinicola Barone di Villagrande, tema della cena è stato Il fuoco, la terra, i vegetali e hanno cucinato Viviana Varese del Viva, Caterina Ceraudo del Dattilo, Theodor Falser di Johannesstube, Matteo Carnaghi del W Villadorata Country Restaurant, e Francesco Gatto dell’Osteria Villagrande. Protagonisti della seconda serata sono stati 30 produttori locali, che, nei giardini del Castello di San Marco Charming hotel & SPA, hanno proposto in degustazione una selezione di eccellenze alimentari e vinicole del territorio. La terza serata, sempre presso il Castello di San Marco, ha avuto come tema Mediterraneo, mix di culture e ha visto impegnarsi ai fornelli gli chef Cristina Bowerman di Glass Hostaria, Accursio Craparo del Ristorante Accursio, Sara Scarsella e Matteo Compagnucci del Sintesi, Bianca Celano di Materia | Spazio Cucina e Giuseppe Bonaccorso del Giardino di Pietra.

Cristina Bowerman a Lavica

Cristina Bowerman a Lavica

Pienamente soddisfatti gli ideatori del progetto, a cominciare da Stefano Pesce, network manager per l’Italia di les Collectionneurs: «Lavica è un evento nato per mettere insieme varie professionalità del mondo della gastronomia e delle culture gastronomiche di questo territorio, è stato quindi facile individuare nell’Etna il centro di gravità di questo progetto e nel percorso della lava il tema su cui incentrare un fil rouge, dalla montagna al mare. Sono nate dunque le tre serate, Fuoco, Valle dell’Etna e Mare, su cui produttori e cuochi hanno tessuto in maniera perfetta la trama gastronomica della kermesse». E sulla Sicilia: «La ricchezza di questa terra è immensa: biodiversità, concentrazione di elementi culturali, storici e sociali. Forse manca una capacità politica di mettere a frutto questa ricchezza sviluppando, ad esempio, il network dei mezzi di trasporto, agevolando i flussi turistici e migliorando le vie di comunicazione».

Valerio Murabito, titolare con la sua famiglia di Castello San Marco, ha dato un impulso decisivo alla nascita di Lavica: «Da tempo chiedevo a Stefano Pesce e al gruppo les Collectionneurs di creare un evento in Sicilia come quelli collaudati che loro organizzano sulle Dolomiti o sul Lago di Garda, e, a quanto pare, oggi siamo qui a raccogliere i frutti di un grande lavoro d’equipe. Tutto è andato ben oltre le nostre aspettative, abbiamo avuto un ritorno mediatico importante e siamo felici di aver “fatto gruppo” nella nostra regione perché uniti si vince sempre».

Viviana Varese

Viviana Varese

Marco Nicolosi, patron di Barone di Villagrande, racconta le finalità dell’evento: «Lavica è un piccolo festival organizzato dalla mia azienda e da Castello San Marco, sotto il grande cappello di les Collectionneurs, che ha coordinato le attività, e nasce dalla voglia di fare qualcosa di bello, di vivere bene e di mangiare bene divertendosi». E sul territorio specifica: «L’Etna è il nostro brand e in ogni discorso non posso non parlare di Etna. La nostra missione è vendere l’Etna e, per fare questo, è importante per noi confrontarci con altri grandi attori e con altri grandi territori. Lavica, accogliendo chef provenienti da altre regioni, ha risposto perfettamente a questa nostra esigenza di confronto».

Entusiasmo mostrato anche dagli chef, a cominciare da Caterina Ceraudo: «Queste manifestazioni sono importanti perché valorizzano il territorio e permettono a noi cuochi di confrontarci sulle nostre idee di cucina. È un arricchimento per tutti». E prosegue: «Sono felice di aver accettato questo invito perché la Sicilia è una cugina della Calabria e l’Etna è un posto pieno di energia. Una scoperta? Il Cavolo Trunzo di Aci». Anche Viviana Varese ha mostrato il suo entusiasmo per l’iniziativa: «Credo molto in questi eventi perché danno uno slancio importante a tutto il movimento gastronomico in Sicilia e sono favorevolissima all’intervento di chef di altre regioni perché il cuoco è una figura che tramette ad altri, conosce, scopre, può valorizzare un pezzo di questa terra e, infine, porta via anche un ricordo». E sulla Sicilia dice: «La ricchezza di questa regione è la sua biodiversità, basti pensare ai prodotti unici dell’Etna come gli avocado, le mele Cola, le arance o il miele».

Cristina Bowerman confessa così una sua debolezza: «Sono un’appassionata del meridione d’Italia e, quando il Sud chiama, io rispondo subito. L’Etna è un posto magico dove è possibile trovare diversi microclimi a distanza di pochi metri, dove trovi prodotti meravigliosi, persone fantastiche, colori e calore del meridione». E, a proposito di Lavica, dice: «Il successo di questo evento dimostra che le nuove generazioni hanno la cultura della collaborazione, che porta sempre risultati straordinari».

A chiudere il cerchio, il siciliano Accursio Craparo: «È sempre importante incontrare colleghi cuochi, che siano di questa o di altre regioni. C’è unione, confronto, scambi di opinione e, ogni volta, si torna a casa con nuove idee e nuovi stimoli. La Sicilia è un territorio che gastronomicamente, nei secoli, ha tratto vantaggio dalla contaminazione e credo quindi che, ancora oggi, sia fondamentale per noi chef arricchirsi conoscendo culture e gesti completamente differenti da quelli a noi già noti». E conclude: «La Sicilia ha tanti limiti strutturali e organizzativi, ma il limite più grande è quello di non impegnarsi a valorizzarne le ricchezze. Dovremmo rallentare, osservare in profondità e prendere seriamente coscienza di tutte le fortune di questa terra».

Così, parlando di cucina, di biodiversità e di cultura, è stata celebrata l’opulenza di un territorio fertile in cui la mentalità e il lavoro degli uomini hanno saputo fare la differenza: chef e produttori hanno raccontato l’eccellenza di questa terra attraverso il vino e il cibo esaltando il valore del confronto e del lavoro di squadra. È stato un bel festival, di gola e di cuore. Un evento illuminato da unità d’intenti e riscaldato dal fuoco vivo di un vulcano attivo.


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a cura di

Davide Visiello

classe 1974, sommelier, assaggiatore di caffè e verace uomo del Sud, è alla costante ricerca di sole e cieli azzurri. Nato a Vico Equense e cresciuto a Castellammare di Stabia, ama la cucina quando è innovativa e ha solide basi. Epicureo di cuore e palato, vive e scrive a Palermo, ma mangia e beve ovunque. Collabora con Identità Golose dal 2016