Talento, entusiasmo e rispetto della materia prima sono le parole che meglio descrivono i dieci giovani chef che il 12 novembre alla Città del Gusto di Roma si contenderanno la vittoria della seconda edizione del Premio Birra Moretti Grand Cru. Grazie a un regolamento che, rispetto allo scorso anno, lasciava maggior spazio alla creatività dei partecipanti, la rosa dei finalisti ha espresso in un mini-menu –composto da un piatto dolce e uno salato - la cura nella scelta di ingredienti del territorio. Un file rouge che ha piacevolmente colpito i giurati delle prime due fasi di selezione – Paolo Marchi, lo chef Fabio Barbaglini e il sommelier Valerio Sità alternatosi alla degustatrice Ais Cinzia Benzi- e che ha portato alla creazione di ricette in cui la birra ha potuto trovare nuovi e inediti abbinamenti.

Giuliano Baldessari, sous chef di Massimiliano Alajmo alle Calandre di Rubano (Padova)
Da nord a sud i magnifici dieci offrono uno spaccato interessante della cucina nazionale e in particolar modo, stupisce come le ricette salate presentate siano dei secondi piatti (ben 9 su 10). Il paese conosciuto in tutto il mondo per i suoi primi piatti cede il passo a maialini in diverse cotture, pesce d’acqua dolce, selvaggina e lumache. Novità quanto mai interessanti e che hanno colpito favorevolmente la giuria. Impressioni positive che trovano conferma nel dessert che ogni finalista ha abbinato alla ricetta precedente rispondendo a ciò che veniva richiesto dal regolamento, ossia un piatto dolce che fosse in armonia alla ricetta salata e che avesse sempre la birra tra gli ingredienti e in abbinamento.
Le note amarognole delle birre della famiglia
Moretti hanno trovato equilibrio grazie all’uso di erbe aromatiche, cereali o nel reinterpretare in chiave ironica – ma sempre professionale - dessert tradizionali.
I giurati delle prime due fasi, traghettati da
Paolo Marchi, cedono il testimone a un pool di chef presieduti da
Claudio Sadler:
Andrea Berton,
Cristina Bowerman,
Iside De Cesare,
Nino di Costanzo,
Davide Oldani,
Simone Padoan,
Andrea Sarri, il sommelier
Giuseppe Palmieri, l’esperto di cultura birraria di
Heineken Alfredo Pratolongo dovranno decretare il vincitore della seconda edizione del concorso.
Nessuno di loro saprà fino a scrutinio effettuato, dietro a quale mini menu degustato e votati si nasconde
Eugenio Boer, lo chef di
Enocratia (Milano) cresciuto alla corte del bi-stellato
Norbert Niederkofler (
St. Hubertus di San Cassiano); oppure quel tocco di Sardegna di
Alessio Cancedda, secondo dello chef
Roberto Petza di
S’Apposentu (Siddi, Villacidro e Sanluri). Potranno forse tentare di riconoscere i piatti di
Michele Cella, sous-chef di
Leandro Luppi de
La Vecchia Malcesine (Verona) o la cucina di montagna di
Alessandro Dal Degan de
La Tana di Asiago.

La Pasta e fagioli di Giovanni Sorrentino, chef della Terra di Vento di Montecorvino Pugliano (Salerno), finalista 2011
Vi sono altrettante possibilità di riconoscere la cucina del giovane stellato campano
Vitantonio Lombardo di Locanda Severino di Caggiano, o quel pizzico di follia che contraddistingue
Christian Milone – patron del ristorante Trattoria Zappatori di Pinerolo. Non da ultimo la Lombardia potrebbe dire la sua grazie ai piatti presentati da
Livio Pedroncelli, secondo dello chef
Giancarlo Morelli (ristorante Pomiroeu di Seregno) o da
Daniele Pennati, chef de
La compagnia delle osterie di Morbegno (Sondrio), come da
Vladimiro Poma sous-chef di
Alice Delcourt de
L’Erba Brusca (Milano). Ultimo, solo in ordine alfabetico, il talento di
Fabrizio Tesse, da poco alle redini de La Locanda d’Orta (a Orta San Giulio) dopo una lunga collaborazione con
Antonino Cannavacciuolo di Villa Crespi.
L’unica certezza al momento è che tra questa rosa di nomi si nasconde il vincitore della
seconda edizione del
Premio Birra Moretti Grand Cru. Petr scoprirne l'identità, appuntamento al 12 novembre.