Roberto Di Pinto
Assoluto di cipolle con zafferano e Grana Padanodi Niko Romito
Dall'Italia Polyphemos Enoformaggeria Flegrea: a Pozzuoli, una bottega che unisce sapori internazionali e italiani
Classe 1987, calabrese, Caterina Ceraudo è nata in una famiglia piena di passione per il gusto e per la propria terra. E' cresciuta gastronomicamente frequentando la Scuola di alta formazione di Niko Romito, integrando nei fine settimana la teoria con la pratica al Reale di Casadonna. Dal 2012 è la chef del ristorante di famiglia, il Dattilo
Tutto quello che avreste voluto sapere sulla capsicina e non avete mai osato chiedere, Caterina Ceraudo lo sa. «Sì, c’entra anche con l’eros», anticipa liquidando alla svelta il più esausto dei luoghi comuni intorno all’ingrediente nient’affatto segreto del suo gastro-universo: il peperoncino, ovviamente. Contrada Dattilo, agro di Strongoli, provincia di Crotone, terra calabra, profondissimissimo Sud. È qui che brilla la stella del Dattilo, appunto, dove a 27 anni Caterina detta la linea ai fornelli, non prima di averla cercata dentro se stessa: «Il mio desiderio, il più profondo, è quello di coniugare salute e leggerezza senza rinunciare al gusto», confessa. Hai detto niente. Mentre oltralpe si imponeva la rivoluzione nouvelliste, Caterina non era ancora nata. E quando Bocuse aveva diffuso il suo verbo ai quattro angoli del globo, le grandi famiglie del mezzogiorno d’Italia si stremavano in pranzi pantagruelici rinnovando il patto di sangue e colesterolo con una cucina ipercalorica.
Caterina Ceraudo con il papà Roberto
Caterina, insieme a Sonia Gioia, sul palco di Identità Piccanti al congresso dello scorso febbraio
Cronista di professione, curiosa di fatto e costituzione, attitudine applicata al giornalismo d’inchiesta e alle cose di gusto. Scrive per Repubblica, Gambero rosso, Dispensa
Cronache dalla periferia al centro dell'impero gastronomico, raccontate da Sonia Gioia, affascinata dal personaggio di Silvia Ziche