07-04-2013
Tra le esperienze più divertenti da fare a Shanghai, lo shopping al Wet market: rumoroso e colorato, con le verdure e la frutta ma anche il pesce, la carne, le uova a migliaia, i rospi, le tartarughe, i galli e le galline vive
Mine Vaganti è il titolo dell’ultimo film visto al cinema in Italia nel 2010: una profezia. Dopo poco mi trovai catapultata nella Cina di Shanghai con mio marito e il nostro bambino di due mesi. Atterrammo a Shanghai tra milioni di botti e fuochi di artificio, in pieno capodanno cinese, all’inizio dell’anno del coniglio e della nostra avventura nella Terra di Mezzo. La causa: il lavoro di mio marito, chef di cucina. Un cambiamento repentino, dalla quiete marina di un paese sulla costa toscana alla chiassosa mega-metropoli affollata da 30 milioni di persone. Dalla gestioni di locali, marketing ed eventi al ruolo di stay-at home-mum. Dalla comunicazione immediata alla frustrazione di non poter parlare quella lingua così ostica che è il mandarino.
La prima sfida fu quella di far la spesa al supermercato, dove tutto era rigorosamente scritto in caratteri cinesi: mi dovevo affidare a figure che mi facevano, solitamente, portare a casa metà della spesa sbagliata. La ricerca del sale era estenuante: il suo posto era sempre relegato a un piccolo scaffale dimenticato. Trovare del cibo sano e sicuro per il nostro bambino (e per noi) era difficile. Compravo al negozio biologico e dopo poco veniva chiuso dal governo perché era un falso. Compravo l'acqua e leggendo il giornale, scoprivo che avevano trovato tracce di piombo, poi il latte con l'arsenico. La soluzione era quella di comprare tutto cibo importato, che però costava una fortuna.
Shanghai
Nella quotidianità, c’è un’altra sfida: il taxi e il taxista. Puoi decidere di ripetere venti volte l’indirizzo variando i toni e sperando di azzeccare quelli giusti e sentirti ripetere all’infinito «Shenme lu?». "Quale strada?" Oppure, soluzione più pratica, munirsi di 2mila biglietti da visita che coprano tutte le possibili destinazioni. Bisogna poi sperare che il tassista non sia uno di quelli che ha noleggiato l’auto la mattina stessa e venga dalla campagna, altrimenti la probabilità di esser lasciata in un no-where è molto elevata.
Prima di attraversare la strada occorre fare il segno della croce e lasciare le volontà testamentarie. Nessuno rispetta il rosso, ti trovi a zig-zagare tra le auto con il passeggino, a urlare parolacce in italiano che ovviamente lasciano il tempo che trovano e per di più di notte devi evitare quei pazzi che guidano i motorini elettrici a fari spenti per risparmiare. I cinesi adorano i bambini e sono curiosissimi verso gli occidentali, girando con mio figlio nel passeggino, si formavano sempre capannelli di persone che lo fissavano, gli sorridevano, volevano prenderlo in braccio, lui ne era felicissimo, sempre al centro dell'attenzione, super fotografato, si sentiva un vip.
Cecilia Lami
Shanghai è rimasta la città dei cinesi che escono in pigiama, memori dei tempi senza bagno nelle case quando per lavarsi prima di andare a letto dovevano uscire per raggiungere il bagno pubblico, dei panni stesi alle finestre, sui balconi, in strada e sugli alberi. Ora abitiamo a Singapore, sempre Asia ma questa è tutta un'altra storia.
Uomini che abbandonano per un attimo mestoli e padelle per raccontare le proprie esperienze e punti di vista
a cura di
toscana, negli ultimi anni si è divisa tra la Cina di Shanghai e Singapore, dove lavora il marito Roberto De Franco, chef