11-08-2024

Le novità tra le bottigliere dei cocktail bar (c'è anche il bitter di Cannavacciuolo)

L'estate porta alla ribalta alcune etichette che trovano proprio in questa stagione l'occasione di un lancio non solo per il mercato dei professionisti, ma anche per gli appassionati

Contrattino Aperitivo Bitter è il primo ready to

Contrattino Aperitivo Bitter è il primo ready to drink a bassa gradazione alcolica, firmato da Antonino Cannavacciuolo.

La produzione di distillati non ha stagioni. Edizioni limitate, nuovi affinamenti e nuovi progetti arricchiscono tutti i dodici mesi dell’anno ma anche le bottigliere di cocktail bar di tutta Italia.

Tra le curiosità che colpiscono di questa estate 2024 ne abbiamo scelte alcune sia per il progetto che hanno alle spalle sia per le contaminazioni con il mondo gastronomico.

La tendenza a creare delle edizioni personalizzate di distillati sembra aver valicato i confini dei banconi di famosi bartender e locali per approdare anche a ristoranti e, in particolare a chef. È il caso di Contrattino Aperitivo Bitter firmato da Antonino Cannavacciuolo; più di un semplice aperitivo si tratta di un recupero della moda dell’aperitivo anni ’20 e ’30 legata però a una cantina vitivinicola storica di Canelli, Contratto. Già nel 1933 e nel 1935 l’azienda aveva portato sul mercato due prodotti il primo un bitter e il secondo un “aperitif” e, nell’anno successivo, si era lanciata con il primo ready to drink della storia ovvero l’Aperitivo tonic normal G. Contratto Canelli. Un prodotto di grande successo che è seguito, vent’anni dopo, da Tonic Normal e Tonic Bitter con un’iconica campagna pubblicitaria dell’artista Mario Gros.

Nell’epoca odierna in cui l’arte dell’aperitivo ha visto un nuovo slancio e ha conquistato anche l’attenzione di chef e ristoranti blasonati, il progetto iniziato dall’azienda di Canelli viene ripreso e riformulato da Giorgio Rivetti – proprietario– con la collaborazione di Luca Gargano, presidente Velier, e Paolo Dalla Mora – fondatore di Gin Engine, Vermouth e Bitter Strucchi e Sgrappa – a cui si aggiunge in un vero e proprio debutto nel mondo del beverage lo chef Cannavacciuolo. Dolce ed equilibrato nella sua nota amaricante data dalla china naturale e dalle erbe utilizzate, Contrattino ha un insolito colore rosa dato naturalmente dal succo concentrato di carota nera e il cui perfect serving consigliato è freddo senza ghiaccio con un quarto di fetta d’arancia.

Vermouth Giacobini rosso biologico non è solo la felice collaborazione di due imprenditori, Gargaglione e Ceraudo, che ben rappresentano le ricchezze calabresi ma anche un progetto di valorizzazione di un antico marchio nell'ottica di recuperare e valorizzare realtà virtuose.

Vermouth Giacobini rosso biologico non è solo la felice collaborazione di due imprenditori, Gargaglione e Ceraudo, che ben rappresentano le ricchezze calabresi ma anche un progetto di valorizzazione di un antico marchio nell'ottica di recuperare e valorizzare realtà virtuose.

Scendendo lungo lo stivale si incontra un’altra regione particolarmente vocata alla produzione di amari di tradizione benedettina. Le ricette che si sono tramandate di generazione in generazione sono state riprese con attenzione e cura da Vittorio Gargaglione, fondatore di Essenza Mediterranea. A lui si devono etichette quali Amaro Eroico, che riportano in auge alcuni sapori antichi che erano oramai dimenticati. Anche qui l’incontro con la produzione vitivinicola ma anche con l’expertise nel mondo gastronomico della famiglia Ceraudo, dà la luce a un nuovo progetto il Vermouth Giacobini Rosso Biologico che si è recentemente conquistato il titolo di Miglior vermouth dolce al mondo per i World Drinks Awards 2024.

Il progetto vede il rilancio da parte di Gargaglione dello storico marchio Giacobini, fondato nel 1879 ad Altomonte e che si era attestata come uno dei più importanti produttori di vini liquorosi in Meridione. Oggi il progetto Vermouth Rosso Giacobini gode della collaborazione con l’azienda agricola Ceraudo e in particolare, nell’utilizzo del vino rosso Dattilo Ceraudo ottenuto da un vitigno autoctono calabrese, il gaglioppo. A questo si aggiungono alcune botaniche da agricoltura biologica come l’assenzio, le foglie di ulivo, il carciofo, il cardo selvatico, l’alloro, l’eucalipto, la liquirizia, il mandarino e la limetta di Calabria.

Il vermouth ha sbalordito la giuria per il suo carattere, l’intensità della struttura e le note balsamiche di liquirizia, legnose di sandalo oltre che alla freschezza e morbidezza data dagli agrumi oltre che essere perfetta espressione di un territorio e delle sue ricchezze.

Monkey Shoulder è uno dei whisky della famiglia William Grant & Sons, nato con la volontà di creare un whisky moderno e rivoluzionario nel mondo della mixology.

Monkey Shoulder è uno dei whisky della famiglia William Grant & Sons, nato con la volontà di creare un whisky moderno e rivoluzionario nel mondo della mixology.

Per gli amanti dei Whiskey, non può mandare una tappa in Scozia con mai Monkey Shoulder, iconico Blended Malt Scotch che vede protagonisti grandi single malt di Dufftown, cittadina nello Speyside scozzese: Glenfiddich, Balvenie e Kininvie. La particolarità di questa etichetta è nel lavoro del malt master, Brian Kinsman, che crea ogni batch di Monkey Shoulder selezionando solo 27 barili alla volta, privilegiandone una profilatura che lo renda duttile in miscelazione. Per questo se ne evidenzia un gusto deciso ma morbido, speziato e con note agrumate. Un’idea di proposta in bicchiere, anche per chi non è un professionista, è proporlo con ginger beer.

Il Giappone da sempre ammalia con le sue traduzioni e le sue produzioni. Ne sono rimasti affascinati anche un gruppo di giovani appassionati e professionisti del mondo della bar industry. Francesco Braun, Elvira Aldaz e Bianca Grisolia hanno dato vita a Shochu Do, prodotto anticamente in Giappone dalla distillazione di orzo, patate dolci o riso. Diversamente dal sake, che si basa su un processo di fermentazione, lo Shochu è prodotto con la distillazione del riso idroalcolica esattamente come veniva fatto nell’isola di Okinawa. Solitamente servito con acqua e ghiaccio, viene anche invecchiato e se supera i 3 anni diventa Koshu.

L’intento dei tre founder è quello di portare la passione per questo prodotto nipponico anche all’interno del continente europeo e nel mondo della miscelazione, per la sua versatilità e la possibilità di inserirsi a pieno titolo tra gli ingredienti di un cocktail.

Everleaf Marine è uno degli aperitivi analcolici proposti dal brand inglese. Tra i perfect serving suggeriti il Marine non–alcoholic Tom Collins a base di soda, succo di limone, sciroppo di zucchero e scorza di limone a guarnire.

Everleaf Marine è uno degli aperitivi analcolici proposti dal brand inglese. Tra i perfect serving suggeriti il Marine non–alcoholic Tom Collins a base di soda, succo di limone, sciroppo di zucchero e scorza di limone a guarnire.

L’analcolico, quanto mai in voga negli ultimi anni, parte da una ricerca anche in materia di produzione dei distillati. La strada intrapresa da Everleaf nel 2018 è stata quella di creare degli elisir grazie agli studi sul mondo naturale del biologo Paul Mathew. Come ogni prodotto alcol free il desiderio è di cercare di non far rimpiangere l’assenza di alcol e mantenere quindi la stessa qualità dei drink miscelati. La ricerca sulle piante e le loro estrazioni sono la chiave per ottenere i risultati sperati come nel caso di Everleaf Marine in cui si lavora sulle “botaniche” marine come l’alga dulse e kelp che vengono accostate alle foglie di ulivo e olivello spinoso per ottenere un elisir che restituisce la freschezza del mare.


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a cura di

Claudia Orlandi

sceneggiatrice e scrittrice, dalla scuola di giornalismo enogastronomico del Gambero Rosso è approdata a Identità Golose