Nicola Dell'Agnolo
Pane al seitan, lingua di vitello, nocciole e capperidi Matteo Baronetto
In cantina Barolo e Derthona: la rivoluzione del vino attraverso la qualità, l’ardire e l’amore per la terra
Sara Minnick (Lovely’s Fifty Fifty a Portland) retta dal team Bioesserì (Milano e Palermo). Da sinistra a destra: Fabio La Barbera, Vittorio e Saverio Borgia, Federico Della Vecchia (foto Brambilla/Serrani)
L’ottava trasferta americana ha inizio con le parole di Paolo Marchi: «Hai detto bene Vince (Gerasole, presentatore anche quest’anno delle masterclass americane, ndr): siamo qui per promuovere la migliore cucina italiana. Ma anche l’idea per cui non siamo, come spesso diciamo, l’unica nazione al mondo in cui si mangia bene: ecco spiegato il senso della varie nazionalità rappresentate dai cuochi che animeranno quest’edizione di Identità Chicago ma anche New York e a Boston». La quarta sortita di Chicago ha inizio con due novità per la platea dell’Illinois: la pasta e la pizza. «È il momento di far vedere che pizza in Italia significa mille cose: provenienze, tecniche, farine, ingredienti, filosofie. Allo stesso modo, la pasta non è solo quella al ragù, si possono utilizzare centinaia di ingredienti e applicare infinite interpretazioni». I primi riflettori sono puntati sulla pizza. Quella dei ristoratori siciliani Vittorio e Saverio Borgia di Bioesserì, un’insegna a Milano Brera e una a Palermo, sul palco col loro il pizzaiolo campano Federico Della Vecchia. E poi Sarah Minnick di Lovely’s Fifty Fifty a Portland, Oregon.
Vittorio e Saverio Borgia, Bioesserì
Federico Della Vecchia, Bioesserì
Identità di provola, Bioesserì
Fake, Bioesserì
Sarah Minnick
Cavolo nero, salsiccia, alchechengi (Sarah Minnick)
classe 1973, laurea in Filosofia, coordina la Guida ai Ristoranti di Identità Golose e tiene lezioni di storia della gastronomia presso istituti e università. instagram @gabrielezanatt