Ad Alfio Ghezzi le ambientazioni banali proprio non piacciono. Dopo il Senso Mart al museo di arte moderna e contemporanea di Rovereto (insegna stellata che rimane il suo quartier generale) e dopo il Senso Lake Garda inserito nello splendido e lussuoso contesto dell'hotel Eala a Limone sul Garda, lo chef trentino dallo scorso dicembre cura anche la regia del rifugio InAlto, in cima a Col Margherita, luogo clamorosamente panoramico attorniato a 360 gradi da una memorabile sfilata di vette dolomitiche. Siamo a ben 2.514 metri di altitudine, ma quassù ci si arriva comodamente in funivia dal passo San Pellegrino, che si raggiunge in 15 minuti d'auto sia da Moena, sia da Falcade.
La proposta è studiata insieme al giovane resident chef Gianluca Pittigher che affianca Ghezzi da 7 anni, prima a Locanda Margon poi a Rovereto. L'obiettivo dichiarato (e centrato) è quello di valorizzare la filiera corta, di assecondare il ritmo delle stagioni, di dare risalto al patrimonio di saperi e di sapori custodito tra queste vallate.
Così nascono gustose bontà quali la Tagliatella al rosmarino con ragù fine di selvaggina e caffè o il Capriolo reso goloso da una crosta al cioccolato e topinambur. In tema la carta dei vini, orientata su produzioni alpine con qualche divagazione in Francia, soprattutto per gli Champagne.
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Tavoli all’aperto
bellunese, classe 1972, è giornalista freelance e da oltre 20 anni scrive di gusto collaborando con diverse testate enogastronomiche venete e nazionali. Dirige il web magazine dolomitireview.com