Ci fa piacere constatare il perdurare dello stato di grazia di Daniel Canzian e della sua cucina italiana contemporanea, le cui fondamentali linea guida sono state addirittura codificate in un vero e proprio manifesto redatto dallo stesso chef originario di Conegliano Veneto e classe 1981. Sette regole che spaziano dalla necessità di sintesi e semplicità fino alla supremazia della mente rispetto agli occhi per tendere al buono e bello; passando per stagionalità, rispetto della natura, salvaguardia del territorio d’origine e delle sue biodiversità; senza mai dimenticare il fondamentale contributo fornito dalla conoscenza della tradizione e dall’esempio, inteso come suprema forma d’insegnamento.
Questa la teoria, ma la pratica? Eccola. Minestrone di verdure contemporaneo: concepito nel 2013, anno di apertura del ristorante, è tutt’ora quanto di più essenziale, regionale e stagionale si possa concepire, inoltre è ottimo. Divisionismo in cucina… un risotto exponenziale: metafora di accoglienza e condivisione, oltre che sintesi perfetta di bontà e bellezza. “Manierismo” di faraona (Faraona in crosta al cacao, brodo ricostituente e il fegatino servito alla veneta): restaurazione in chiave contemporanea di un grande piatto di tradizione, qui alleggerito e semplificato per valorizzare al massimo l'eccellente materia prima.
In conclusione, da Daniel si sta veramente bene. Capitasse anche di andarci da soli, i 6 posti al bancone - affacciato sulla cucina a vista - permettono di vivere una gioiosa e interattiva esperienza, non solo gastronomica e quasi teatrale.
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millesimo 1974, una laurea in Ingegneria civile e un’innata passione per cocktail, distillati e vini, che non si stanca mai di scoprire, conoscere e degustare
Daniel CanzianCarn’e pesce (riferimento a Gualtiero Marchesi)
Daniel CanzianGulasch di manzo