Sbirciate il menu e accadranno due cose. La prima è che vi verrà l’acquolina in bocca e segnerete subito numero di telefono e indirizzo nella vostra agenda sotto la voce: prenotare al più presto. E non ve ne pentirete. Sentite qua: Uovo 1 e 2 (cioè uovo nel suo guscio con porcino scottato e patata, e poi ancora con guanciale croccante, erba cipollina e patata), Mazzancolla al vapore, carciofo violetto Bretone, maionese leggera di solo albumi, sedanina d'acqua, Raviolo con piopparelli, patata di montagna e polvere di steccherino, Seppie piccole nostrane al vapore con capperi di Salina e riduzione di olive taggiasche, Crema inglese espressa con prugne e rum.
La seconda cosa è che, se non ci siete mai stati, è possibile che vi immaginiate una situazione da alta cucina, vagamente di tendenza e, insomma, un po’ fighetta. E qui vi sbagliate di grosso. Perché Dalla Libera è il mix perfetto fra l’alta cucina e la cucina di campagna, anzi, di mezza collina, a metà strada fra le montagne e il mare, fra i colli del prosecco, il cortile e l’Adriatico.
L’accoglienza è quella affabile che ci si aspetta da queste parti, invece la cucina non te l’aspetti proprio, perché è il risultato di un qualcosa che assomiglia alla genialità: ingredienti cosiddetti poveri (di costo, ma non di gusto e qualità) ma che non hanno segreti per Andrea Stella che li assemblea da par suo creando in continuazione piatti nuovi e spesso magici. Il calore e il rispetto per i clienti somno al massimo livello come si nota osservando la nuova sistemazione della sala in tempo di Covid e il distanziamento fra i tavoli.
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veneziano, giornalista, una vita dedicata allo sport da inviato (e adesso da appassionato e tifoso), cura da dieci anni "Gusto", la pagina di enogastronomia del Gazzettino di Venezia