Leggermente nascosta, benché a ridosso della strada che unisce Parma a Langhirano, la tana enogastronomica dello chef-oste-patron Simone Ollari è un ambiente moderno, in cui fanno capolino bottiglie, libri di cucina e taglieri ad esempio, che tradiscono le passioni del titolare.
Da ragazzino, con i primi soldi risparmiati, Ollari prese il motorino per andare a mangiare nel Piacentino dal grande Georges Cogny (un’eco gli Spaghetti di cipolla al tartufo nero pregiato). Incallito ricercatore di chicche, punta su ingredienti e prodotti d’eccellenza come fulcri attorno a cui costruire piatti a tutto gusto che spaziano da riletture di rinomati classici con un quid di personale - come il Savarin in omaggio a Mirella Cantarelli, declinato anche in porzione mini (una tazza da caffè), come soleva fare talora la leggendaria cuoca di Samboseto – a esecuzioni espresse di materie prime, come il pollo di Bresse, cucinate con perizia.
E poi c’è il capitolo del bere, con etichette pregiate, ma anche di piccoli produttori, per cui Ollari mostra un entusiasmo contagioso.
autrice del libro Gli anni d'oro della cucina parmigiana, per l'Accademia Italiana della Cucina, collabora a “Gusto”, pagina golosa della Gazzetta di Parma
+390523875193
Tavoli all’aperto
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autrice del libro Gli anni d'oro della cucina parmigiana, per l'Accademia Italiana della Cucina, collabora a “Gusto”, pagina golosa della Gazzetta di Parma