Se non volete perdervi l’occasione di un corso monografico sull’enologia ungherese, la monumentale carta dei vini di Borkonyha è il manuale che dovrete aprire appena arrivati in città. Tuttavia non è certamente questo l’unico motivo per mettere quest’indirizzo nel programma del vostro viaggio, fermandovi qui a due passi dalla Basilica di Santo Stefano nella sala sobria e solo apparentemente super tradizionale di questa storica storica insegna della capitale.
L’atmosfera da bistrot trova una sua corrispondenza solo nei prezzi più che accessibili, che ne hanno fatto parlare come di uno degli stellati più economici d’Europa, e in una più che apprezzabile mancanza di convenevoli e fronzoli: qui si va in tutto e per tutto dritti al punto. La mano volitiva dello chef Sarközi Akos si fa apprezzare nei piatti alla carta tanto quanto nei percorsi di degustazione per il felice modo di trattare una grande fedeltà alla tradizione gastronomica locale, completamente ripulita dagli eccessi domestici, riportata al legame col territorio dal punto di vista storico e geografico e proprio per questo ancora più autentica.
modicana, giornalista, sommelier, founder di Condire Digitale. Attraversa ogni giorno le strade del “continente Sicilia” alla ricerca di storie legate alla cultura del cibo e del vino. Perché ogni contadino merita un romanzo
modicana, giornalista, sommelier, founder di Condire Digitale. Attraversa ogni giorno le strade del “continente Sicilia” alla ricerca di storie legate alla cultura del cibo e del vino. Perché ogni contadino merita un romanzo