Due milioni di turisti all’anno, il volano di Expo Belgrado 2027. Cuochi che tornano a casa dopo lungo peregrinare. Tavole che iniziano a esplorare tradizioni al crocevia di influssi balcanici, austro-ungarici, ottomani, russi, mediterranei. Il bel momento della ristorazione di Belgrado si può avvertire desinando seduti in questo bistrot disegnato sul modello di uno yacht, con trame che celebrano i viaggi del navigatore Magellano.
Sala e cucina sono in mano a due bravissimi professionisti: il restaurant manager Toni Demirovic, una miniera di informazioni su vini e uve autoctone, e Stefan Barca, trentaduenne con una lunga esperienza fuori dai confini, al fianco di Heinz Beck a Dubai e Anne-Sophie Pic. Carpaccio di tonno rosso marmorizzato con carpaccio di trota affumicata, glassa di mandarino e dashi e chips di riso e Peperone rosso grigliato, crema fredda di Sjenica (formaggio da latte di pecora), aglio fermentato e olio al prezzemolo: lo stile è contemporaneo, da bistrot mediterraneo con piacevoli incursioni asiatiche. Materie prime locali, sia posh sia umili, si alternano a una cifra tecnica mai eccessiva.
laurea in Filosofia, coordina i contenuti della Guida ai Ristoranti di Identità Golose, collabora con varie testate e tiene lezioni di gastronomia presso scuole e università. Instagram @gabrielezanatt
laurea in Filosofia, coordina i contenuti della Guida ai Ristoranti di Identità Golose, collabora con varie testate e tiene lezioni di gastronomia presso scuole e università. Instagram @gabrielezanatt