Un gioiello di alta cucina vietnamita inaspettato, nel cuore di Hanoi, che sembra, per concetto ed estetica, arrivare dal Nord Europa, con i cuochi indaffarati in una cucina aperta all’ingresso del ristorante, il fuoco e la brace viva, e l’essenzialità declinata sugli ingredienti indigeni della regione nord del Vietnam. Tecniche di cottura raffinate e prodotti locali, con in primo piano i pregiati piccioni della regione Phu Tho, i mandarini di Bac Gianc, la carne di cervo di Ninh Binh e molti esotismi un po’ occidentalizzati nel gusto, ma che sanno trasportare l’ospite sulle sponde del Fiume Rosso o tra le valli al confine con la Cina.
Il cuoco, Quang Dung, in una città dove la sostenibilità non si può certo dire sia una priorità, ha anche sposato sin dall’inizio una filosofia eco-friendly, che riduce al minimo gli sprechi. In più Chapter Dining supporta economicamente le comunità locali di montagna dando aiuto ai meno fortunati. Un esempio da seguire e che apre la porta su un mondo per certi versi ancora inesplorato, perfetto per chi si vuole spingere oltre il pho e il classico street food della capitale vietnamita.
giornalista per riviste di turismo ed enogastronomia italiana, ama le diverse realtà della cucina internazionale e viaggiare
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