L’ambizioso progetto gastronomico che Franz Staffler, patron dello storico gioiello della Belle époque, l’hotel Laurin, ha realizzato all’interno della Glasthaus, la serra invernale, nel parco monumentale, ha da circa un anno un nuovo e bravo protagonista: Dario Tornatore. Partenopeo, cresciuto gastronomicamente tra Roma e Londra alla corte di Gordon Ramsay, Tornatore sembra avere i numeri per affrontare la non semplice sfida. Che si concretizza in un menu curioso e di ricerca.
Tanti elementi della cucina alpina e piccole concessioni alle sue origini campane ne tracciano la trama: dall’eccellente Tomahawk di agnello della Val Senales in tre sorprendenti variazioni, al Cavolo rapa in terracotta con formaggio erborinato, beurre blanc e cardamomo, uno dei migliori piatti assaggiati in stagione. Il buon Caffè sospeso – letteralmente - e la Genovese con cipolla affumicata rimandano, invece alle origini dello chef. Notevole la selezione di vini anticonvenzionali in abbinamento.
non è un pr, non è un influencer. Da 25 anni cerca semplicemente di fare giornalismo e critica enogastronomia
Ristorante con camere
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