Il libro dei ricordi di Massimo Tremea racconta di belle esperienze in cucine prestigiose illuminate dal firmamento Michelin. Entusiasmati e proficue sono state quelle da sous chef al fianco di Corrado Fasolato prima al La Siriola in Alta Badia, poi al Met a Venezia. Il periodo della pandemia gli è servito per meditare un nuovo progetto poi realizzato con il nipote Francesco Paganin, bravo mattatore in sala. Insieme hanno proiettato verso nuovi orizzonti l'agriturismo di famiglia proponendo in questo panoramico angolo delle Prealpi bellunesi la loro originale idea di “cucina agricola creativa”.
Le materie prime sono home made, dalle verdure alle farine, dalle carni (imperdibili i salumi di Massimo, che è anche un ottimo norcino) al formaggio. E quel poco che non viene autoprodotto è acquistato da piccole realtà della zona o reperito direttamente nel bosco, come accade per erbette e fiori. In ogni preparazione è data grande attenzione ai sapori originali degli ingredienti, esaltati dalla tecnica e dalla fantasia del cuoco. Un esempio? Il Risotto mantecato con olio di fiori di calendula, petali di tagete, pesto all’aglio orsino e zenzero. Anche in cantina domina il territorio.
bellunese, classe 1972, è giornalista freelance e da oltre 20 anni scrive di gusto collaborando con diverse testate enogastronomiche venete e nazionali. Dirige il web magazine dolomitireview.com
bellunese, classe 1972, è giornalista freelance e da oltre 20 anni scrive di gusto collaborando con diverse testate enogastronomiche venete e nazionali. Dirige il web magazine dolomitireview.com