Sono Alberto Martelli, Manfredi Custureri e Tommaso Venuti, i tre amici e compagni di rugby che nel 2020, unendo le sillabe iniziali dei loro nomi, aprono Almatò, l’insegna capitolina che rende il fine dining un gioco di luci, colori e gusti che colpiscono occhi, cuore, pancia e testa.
In cucina Tommaso, diplomato all’Alma, con un passato nelle cucine di Cannavacciuolo a Villa Crespi, di Heinz Beck alla Pergola, all'Enoteca La Torre, e con Marcus Wareing a Londra, diverte il cliente con percorsi degustazione golosi che toccano la terra e il mare, con cotture naturali che non nascondono la materia prima, ma la esaltano in modo chiaro, lineare e deciso.
E tra un morso di focaccia calda e l’altro, la forchetta si avvicina ad una batteria di assaggi identitari, che raccontano l’appartenenza al luogo che li accoglie, alla mano che li crea e alla voce che li racconta, e diventando proiezione sincera di una realtà locale che non si sottrae al gioco della contaminazione. Dal Calamaro con lattuga fermentata e kiwi fino all’Astice con funghi, caprino e nocciole, tutto è dosato al millimetro, risultando elegante tanto al gusto quanto all’occhio.
romana di Trastevere, classe ’99, sin da piccola mangia fuori, ricercando tavole sempre più fuori dagli schemi. Specializzanda in Dermatologia e Venereologia al Policlinico Umberto I di Roma, ha l’obiettivo futuro di coniugare le sue più grandi passioni: la cucina e la medicina
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romana di Trastevere, classe ’99, sin da piccola mangia fuori, ricercando tavole sempre più fuori dagli schemi. Specializzanda in Dermatologia e Venereologia al Policlinico Umberto I di Roma, ha l’obiettivo futuro di coniugare le sue più grandi passioni: la cucina e la medicina