Si può scegliere un ristorante per tante ragioni. Per la bravura del cuoco, magari giovane, ma già, per tecnica e stile, nel ristretto novero di coloro che vedremo fare la grande cucina italiana che verrà. Un cuoco che potrà sorprenderci con la sua visione inedita di una cucina dalle profonde radici (broccoli, arzilla e vaniglia; pezzogna alla cacciatora; manzo “garofolato” col suo fondo e le spezie; piccione, lardo, camomilla e cime di rapa).
E perché no? Per lo chef pasticcere, anche lui giovane, anche lui di scuola (agrumi, zafferano e polline; pineta). Per la bellezza del luogo, nel contesto ambientale (qui la veduta di Roma, suggestiva, unica, dalla vetrata all’ultimo piano dello storico Hotel Hassler a Trinità dei Monti) e negli interni. Per la qualità soavemente amicale del servizio, italiano nella vicinanza, impeccabile nell’accompagnare tutta la scansione del percorso, dagli affatto banali amuse-bouche alla carrellata della pasticceria finale. Per la bella cantina e per il competente sommelier.
Assai difficile trovare tutte queste ragioni riunite in un unico luogo. All’Imago si può.
ligure, nell'attesa di ciò che mangerà talvolta scrive di ciò che ha mangiato: buono da scrivere, buono da mangiare
+
ligure, nell'attesa di ciò che mangerà talvolta scrive di ciò che ha mangiato: buono da scrivere, buono da mangiare