Ha superato abbondantemente il decennio la creatura civile di Silvia Orazi, da sempre silenziosa dietro le quinte di 28 Posti, e soprattutto della ong Liveinslums e del Naturale Festival. Dopo la partenza di Marco Ambrosino per altri lidi, il bistrot dei Navigli vive una seconda giovinezza con due ragazzi abruzzesi: il chietino Andrea Zazzara, già visto da Motelombroso, e il pescarese Franco Salvatore, a lungo secondo dello stesso Ambrosino.
Capitiamo in una sera pre-Salone del Mobile e troviamo un locale vivacizzato da “La Voce del Padrone” di Battiato, imballato di clienti internazionali, felici di godere di una cucina di tanti piccoli assaggi di tecnica e personalità. Paste cotte al chiodo, acidità felici (ma più misurate di prima), pensieri non banali che avvolgono nella stessa misura carne (una faraona in due servizi da sballo) e pesce (un’ombrina speciale).
Meno astrazioni rispetto al primo corso e più rotondità e materia, espresse da 4 menu a sorpresa, con un numero crescente di portate. Meno male che la Pallotta cacio e ova, ripiena di maiale brasato e composta di prugne arriva alla fine del percorso: fosse stata all’inizio ce ne saremmo ingozzati.
laurea in Filosofia, coordina i contenuti della Guida ai Ristoranti di Identità Golose, collabora con varie testate e tiene lezioni di gastronomia presso scuole e università. Instagram @gabrielezanatt
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Tavoli all’aperto
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