Altissima cucina. Siamo nel ristorante più vertiginoso d'Italia - il nome spiega bene la quota, 167 metri e spiccioli - arrampicato com'è in cima al grattacielo Intesa San Paolo, all'interno di una serra bioclimatica vagamente fantascientifica. Superata la meraviglia della vista, c'è quella del gusto, affidata come pensiero a Marco Sacco, chef del Piccolo Lago di Mergozzo, che si cimenta in un tentativo di metropolizzare la sua cucina di lago, e come operatività al bravo Christian Balzo.
E proprio ai classici di Sacco è dedicato uno dei tre menu degustazione di Piano 35, il Piccolo Lago a Torino, con piatti come Storione pesche, umeboshi, marshmellow alla soia, wasabi e Riso all'Aglio Nero gamberi di fiume, robiola e chorella, altri percorsi allargano progressivamente la territorialità al Piemonte (e qui spunta uno dei migliori vitelli tonnati assaggiati negli ultimi anni e un Raviolo Torino con gnocco ai tre arrosti), e poi all'Italia tutta con piatti come Mari e Monti, cioè Coda di rospo, pancetta di maiale nero, funghi. Grande il servizio, spicca l'opera del sommelier Mirko Galassi.
articolo a cura degli autori di Identità Golose
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