Non fatevi irretire dai luoghi comuni che avvolgono Mykonos, l’isola più celebre delle Cicladi e della Grecia intera. Perché, dietro a panfili lunghi come quartieri, flotte di ragazzə che vestono alla Kardashian e legioni di raver unz-unz si nasconde il lavoro di cuochə che cercano di dare personalità a un mondo sottovalutato. È l’universo dei prodotti e delle stagioni delle Cicladi, l’arcipelago più gettonato dai vacanzieri ma anche la culla di una miriade di tradizioni gastronomiche che l’hanno trapassata nei millenni.
Al ristorante Sibà, dell’Yi, boutique hotel aperto da pochi mesi nel silenzio - e con una piscina lunga così - una squadra di ventenni in gamba ha iniziato a mettere a frutto l’insegnamento di George Stylianoudakis, il maestro della cucina di queste lande, un signore che è sempre su un aereo per disegnare le linee di cucina di ristoranti a Salonicco, Tinos o Creta. A Mykonos vincono i piatti che non sottraggono ma accalcano toni di terra e di mare, spesso dolci e anche aspri, di grandi piacevolezze.
Pietanze come Kakavia, un dentice in zuppa di pesce ionica delle origini, con perle di tapioca, nero di seppia, intingolo all’olio. Beet, una rosa di barbabietola al forno su crema di manouri (formaggio caprino), briciole di carruba e noci caramellate. Ancora, Scallop, capesante grigliate su purea di fave e Octopus, un polpo grigliato e unito a gel di ouzo, purè di sedanorapa e cipolle caramellate. Tutti i giorni, c’è una linea di cucina più easy e saporita: ordinate l’Insalata greca e la Manestra, una zuppa di risoni e scampi cotta in brodo di crostacei.
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Tavoli all’aperto
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laurea in Filosofia, coordina i contenuti della Guida ai Ristoranti di Identità Golose, collabora con varie testate e tiene lezioni di gastronomia presso scuole e università. Instagram @gabrielezanatt