Emoraya ci racconta un viaggio nel Giappone più autentico. Il progetto di Takato Sato e Shun Himeno vi lascia immaginare di sedere a una tavola di una tipica casa giapponese, minimal e curata in ogni dettaglio. Insomma, un’izakaya.
Potete scegliere di farvi guidare in un percorso di degustazione o i piatti della carta. Qualche suggerimento? Il karaage, la coscia di pollo marinata e fritta: la sua consistenza croccante e al contempo succosa vi sorprenderà. Magnifica anche l'unadon, anguilla laccata su riso, presentata elegantemente: potete mangiarla con o senza il brodo avvolgente, preparato con gli scarti di pesce. La poteto sarada, giapponesizzazione di “potato salad” sembra banale ma è realizzata con una particolare attenzione alle materie prime. Tra i piatti principali, merita il kamo serio: sono degli spaghetti di soba freddi, in una zuppa calda con bocconcini di anatra e filetto di anatra scottato.
Ad accompagnare il tutto, una piccola ma ricercata proposta di sakè, birre giapponesi e vini con etichette internazionali. Nota finale di merito allo staff: attendi, preparati e orgoglioso delle origini.
classe 1996, è cresciuta nelle Langhe: proprio qui nasce la sua passione verso il cibo e il vino, affinata a Milano con un master in Food and Wine Communication. Problem solver e organizzatrice compulsiva, assaggia senza limiti e si rilassa cucinando. Toglietele tutto, ma non gli amici, un buon calice di rosso e un poker di formaggi
+390221061515
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classe 1996, è cresciuta nelle Langhe: proprio qui nasce la sua passione verso il cibo e il vino, affinata a Milano con un master in Food and Wine Communication. Problem solver e organizzatrice compulsiva, assaggia senza limiti e si rilassa cucinando. Toglietele tutto, ma non gli amici, un buon calice di rosso e un poker di formaggi