C'era una volta elBarri. Si poteva raccontare come un accorsatissimo food district nel cuore di Barcellona, con le radici che conducevano fino a uno degli indirizzi più mitici e celebrati della storia della cucina: Cala Montjoi, Roses, elBulli. La pandemia si è portata via quel mosaico di proposte gastronomiche e la firma di Albert Adrià nella capitale catalana rimane solo su Enigma, l'insegna originalmente più sperimentale e ambiziosa del lotto.
Alla riapertura, a giugno 2022, Adrià aveva deciso di puntare su un format ibrido, allontanandosi dal menu degustazione e dai riti del fine dining. A pranzo una proposta à la carte, dalle 17 in poi al centro della proposta c'erano i cocktail, con la cucina impegnata a lavorare su piccoli piatti, adatti ad accompagnare i drink. Alla prova dei fatti questo modello non è però risultato convincente, mentre nella testa di Albert Adrià si faceva strada un'idea forte: tornare personalmente in cucina, tutti i giorni, come non accadeva da molto tempo.
Enigma oggi è dunque questo, un ristorante con un unico menu degustazione da circa 25 portate, in continua evoluzione in base alle stagioni, settimana dopo settimana. La ricerca tecnica rimane, sarebbe strano il contrario, ma non è il fulcro dell'identità del ristorante: «Tutto ciò che è davvero rivoluzionario prima o dopo diventa un classico, e questo è il momento di prendere in mano la concretezza», ha detto Adrià dal palco del nostro Congresso. Si apre così una nuova fase professionale per uno dei pochi veri maestri dell'avanguardia gastronomica mondiale.
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giornalista milanese nato nel 1976, a 8 anni gli hanno regalato un disco di Springsteen e non si è più ripreso. Musica e gastronomia sono le sue passioni. Autore e conduttore di Radio Popolare dal 1997, dal 2014 nella redazione di Identità Golose.
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