I due artefici di Spore, si chiamano Mariasole Cuomo, la chef, e Giacomo Venturoli, il responsabile di sala: si sono conosciuti in Danimarca, dove hanno avuto entrambi esperienze lavorative importanti (come Nordic Food Lab, Bæst e Relæ), per poi scegliere Milano per aprire la loro prima insegna. Che è importante citare anche con il suo "sottotitolo": Cucina moderna e fermentazioni, parole che comunicano in modo diretto identità e intenzioni del loro impegno.
Se Mariasole Cuomo è cresciuta seguendo l'approccio nordico al tema delle fermentazioni, rivendica che quelle tecniche possano essere applicate ovunque con i prodotti locali. Lo stesso vale per le culture asiatiche: da Spore il miso lo potreste trovare di fagioli di Controne, per fare un esempio. Si crea così il contesto per unire la cultura gastronomica italiana con altre influenze, costruendo un linguaggio personale. La proposta di Spore si basa su una formula pop, che invita alla condivisione e consente da una parte di abbattere i costi. All'offerta si aggiunge poi una carta dei vini tutta concentrata sulle produzioni naturali, che Venturoli sa raccontare con intelligenza.
articolo a cura degli autori di Identità Golose
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