Nella sua casa in cima alla fondazione Luigi Rovati, da dove si sbircia la Milano avanguardista, Andrea Aprea si muove ormai con la fermezza dell'anfitriona: sa dove portarti e come farlo. La sua cucina è al contempo profondamente napoletana eppure intinta nello Zeitgeist di una città, Milano, che delle oleografie si stanca presto, e Aprea sembra a volte intento a creare un'autentica memoria collettiva di sapori nazionali senza sospetti di sovranismo.
I menu rispondono a questa molteplicità di lettura: "Contemporaneità" rappresenta il fermo immagine del movimento e il Riso Carnaroli con granchio Blu, topinambur, dragoncello, polpa di cacao è il simbolo della nitidezza di pensiero. Il menu "Partenope" tira fuori la memoria delle origini (notevole il Baccalà con pizzaiola liquida e provola affumicata) mentre il più impegnativo "Signature" allestisce una retrospettiva con i piatti storici di Andrea permettendosi di bypassare la Caprese dolce e salata che rappresenta la sua Gioconda.
La sala, dominata da Jessica Rocchi, è abbracciante. Il locale è ampio, per dare spazio alle emozioni e ai pensieri, e materico, con una grande cucina a vista.
romano di stanza a Milano, sommelier e giornalista del quotidiano Il Giornale, racconta da anni i sapori delle città in cui vive
+390284146228
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