Felici, sorridenti, appassionati, preparati. Li abbiamo conosciuti così, qualche anno fa, nel loro progetto Aga a San Vito di Cadore, 4 tavoli e una cucina stimolante, creativa ma concreta, fortemente legata al territorio dolomitico, ma ricca di guizzi frutto delle mille esperienze passate di Alessandra e Oliver. Ora siamo noi felici di vederli di nuovo sorridenti, con la passione di sempre, ma in un contesto diametralmente opposto.
Parigi, a due passi dall'Arco di Trionfo. Uno degli hotel più prestigiosi della Capitale ospita il Carpaccio, ristorante italiano portato avanti (dal 2021) sotto la regia del Da Vittorio. È qui che la famiglia Cerea ha voluto mandare questa coppia di ragazzi che, a poco più di un anno dal loro insediamento, già fanno vedere di cosa sono capaci. La cucina deve essere rigorosamente italiana, negli ingredienti e nelle ricette e i due giovani chef la propongono attraverso una chiave fresca, moderna, impeccabile dal punto di vista tecnico, ma mai priva da fascino e ricerca.
C'è il menu dei grandi classici della cucina italiana, una proposta più semplice per il pranzo e poi la carta. Favolosa la Ricciola al verde, buonissimo il Carpaccio di manzo al tartufo bianco, strepitoso (davvero) il Risotto all'aneto, zabaione di pistacchio e gamberi rossi di Mazara. Immancabili poi i Paccheri alla Vittorio (mantecati al tavolo), mentre tra i piatti principali troviamo agnello, palamita, quaglia o l'orecchia d'elefante alla milanese. Insomma, uno dei posti che ci fa sentire orgogliosi della (alta) cucina italiana all'estero.
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Tavoli all’aperto
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sardo per passione, vino e birra di qualità sono il segreto della sua giovinezza. Lavora dal 2005 al Gambero Rosso e nella vita si divide volentieri tra la penna e il bicchiere